sabato 9 aprile 2011

Perché finanziare i partiti con soldi pubblici?

Torniamo sul tema dei partiti e su come essi si finanziano.

Abbiamo visto che le modalità di reperimento di risorse dall’esterno sono cambiate notevolmente nel corso del tempo: dal sostegno diffuso di centinaia di migliaia (o anche di milioni) di iscritti dei partiti ideologici di massa, alla penetrazione nello Stato che è oggi la fonte privilegiata dei finanziamenti ai partiti di cartello. In verità, con la trasformazione dei partiti e delle campagne elettorali è la stessa natura delle risorse ritenute rilevanti dai partiti ad essere cambiata. Le risorse finanziarie sono oggi molto più importanti delle risorse di militanza. Detto in altri termini, senza denaro pubblico (o proveniente da importanti finanziatori privati), difficilmente i partiti riuscirebbero oggi a svolgere al meglio le loro funzioni tipiche.

Malgrado questa esigenza, se chiedessimo agli italiani se è giusto dare soldi ai partiti, la loro pessima immagine pubblica porterebbe sicuramente la grande maggioranza dei nostri connazionali a dire no ai finanziamenti pubblici. Dal momento che fare politica, specie ad un certo livello, è comunque un’attività costosa ma comunque molto appetibile, bisognerebbe allora chiedersi quali sarebbero gli effetti dell’azzeramento del finanziamento pubblico ai partiti. Su questo tema vi segnalo un articolo apparso su la Repubblica di oggi che riporta una richiesta, sicuramente controcorrente, dell’ex tesoriere dei Democratici di Sinistra, oggi parlamentare del PD. Vi invito a leggerlo e, se volete, commentarlo, magari andando a cercare informazioni sui due referendum tenuti in Italia proprio in tema di finanziamento pubblico ai partiti.

7 commenti:

teresa ha detto...

Se non fossero bastati gli elementi avuti sul tema a lezione, è possibile sul link

http://it.wikipedia.org/wiki/Finanziamento_pubblico_ai_partiti

reperire tutte le info utili sullla storia e l'utilità dei finanziamenti pubblici.

E qui, i risultati ottenuti al Referendum del 1978:

http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_1978_in_Italia

e qelli del referendum del 1993:

http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_1993_in_Italia#Finanziamento_Partiti


Una percentuale alta di votanti per dei referendum....(soprattutto per il primo) 81.2% nel 1978 e 77% nel 1193, o sbaglio? Un tema che ha interessato e coinvolto molti italiani...questo ci consente di capire come siano cambiati i partiti, ma anche il contesto sociale in cui essi operano rispetto al passato...com'era forte la partecipazione politica allora e come sarebbe scarsa, forse nulla oggi...dal 1978 al 1993 la partecipazione è diminuita...oggi invece cosa accadrebbe?
Pensavo...più loro diventano "capital-intensive" e maggiore è la voglia di non partecipare a ciò che li coinvolge...o più loro hanno bisogno di denaro e maggiore è l'interesse a mobilitarsi per fa si che questo denaro non venga sprecato???

Ho trovato poi un articolo dal titolo "L’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti difende il finanziamento pubblico: “Fonte di trasparenza” ".

http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/sposetti-difende-finanziamento-pubblico-trasparenza-664984/

Non sono riuscita a leggere l'articolo sulla Repubblica (il link non mi funziona) ma ...mi auguro che l'idea di oggi sia più lungimirante rispetto a quella riportata sull'articolo sopra citato....

Teresa

Sonia ha detto...

Il tema dei finanziamenti pubblici ai partiti è stato sempre un tema molto dibattuto, questo perchè troppo spesso la politica italiana è stata attraversata da grossi scandali (si pensi a Tangentopoli) che hanno causato un generale clima di sfiducia.

Per rispondere alla sua riflessione Professore, volevo dire che azzerare i finanziamenti pubblici credo sia del tutto controproducente. Il finanziamento pubblico dei partiti è sicuramente un'arma a doppio taglio e in quanto tale deve essere gestita accuratamente. Va ricordato comunque che il finanziamento pubblico è uno strumento necessario per evitare che la vita politica sia un esclusivo appannaggio di chi ha il controllo della ricchezza.
"Do ut des" dicevano i latini, principio che non può a mio parere essere il collante tra finanziamenti (privati) e partiti.
I partiti sono uno strumento fondamentale della democrazia, penso che sia giusto che abbiano un finanziamento pubblico, ma questo deve essere contenuto e soprattutto trasparente.

Sonia Scozzafava

Alessandro ha detto...

La proposta di legge di Sposetti viene bocciata dal PD (notizia di ieri non ancora ufficializzata)

di seguito il link:

http://www.corriere.it/politica/11_aprile_13/blocca_sposetti_0fdfea18-6594-11e0-860c-f8f35d8ce484.shtml

A quanto pare la proposta è stata respinta perché questo non sembra il momento più adatto per presentarla.
Infatti tra pochi mesi vi saranno le amministrative e i dirigenti del PD hanno pensato ai già troppi scandali che hanno coinvolto il partito (vicenda giudiziaria Lombardo, portavoce Franceschini coinvolto scandalo Madoff) quindi, probabilmente, è stata rimandata a dopo le elezioni più che bocciata.

Per presentare questa proposta di legge bisogna però farsi coraggio, poiché, la stragrande maggioranza degli italiani vede in cattiva luce il finanziamento ai partiti (come si evince dal referendum del 1993).

D'altronde la strategia di rimandare decisioni impopolari, in vista delle elezioni, è stata attuata in passato da tutti e lo sarà anche in futuro, un esempio attuale? Temporeggiare sul nucleare (ricordate la gaffe della Prestigiacomo?).

Alessandro

Vittorio ha detto...

A proposito di partiti, campagne elettorali e finanziamento pubblico, vi segnalo questo articolo http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=Z88DS sulle imminenti elezioni comunali di Milano. Tra le altre cose, per noi alcune interessanti altre meno, si "danno i numeri" sui costi della campagna elettorale. Come vedrete, cifre sicuramente superiori alla somma di 5 anni di stipendi da sindaco. E allora?

rosalba ha detto...

A Milano il sindaco uscente dovrebbe contare su 20 milioni per la campagna,nel 2006 Letizia Moratti ne spese 6 milioni..che dire..TUTTI IN POLITICA..

Rosalba Iapello

Alessandro ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Alessandro ha detto...

Vorrei segnalarvi questo interessante articolo di Giulietto Chiesa, che commenta la bocciatura alla Camera della proposta di legge riguardo la soppressione delle province.

http://www.cadoinpiedi.it/2011/07/06/abolizione_delle_province_una_pantomima.html#anchor

Nell'articolo ho trovato interessante la sua posizione secondo cui, attraverso i numerosi incarichi che propri esponenti ricoprono nelle province, i partiti si autofinanziano attraverso gli stipendi pubblici che vengono erogati ai loro rappresentati provinciali e relativo staff.

E', sostanzialmente, ciò che il Professore ha esposto in aula a proposito della prevalenza, nell'equilibrio delle 3 facce dei partiti, del party in public office che è, attualmente, per essi fondamentale: sia per le risorse finanziarie che di attività.

In bocca al lupo per l'esame!

Alessandro

p.s. per chi avesse problemi con il link può:
- andare sul sito www.cadoinpiedi.it
- nella barra di ricerca in alto a destra scrivere "abolizione delle province" (l'articolo è quello del 6 luglio 2011)