sabato 30 aprile 2011

Finiamo(la) con la ‘ndrangheta

Il primo post di questo A.A. era dedicato alla ‘ndrangheta. Dopo l’intensa giornata di ieri, credo sia il caso continuare e (per ora) concludere proprio su questo tema. I quattro incontri che abbiamo fatto sono stati zeppi di informazioni e di stimoli alla riflessione. Spero che, rispetto alle vostre idee iniziali del fenomeno criminale calabrese, qualcosa sia cambiata, un po’ per le cose dette in classe, un po’ per le discussioni di ieri, comprese quelle in pullman. Prima che i mille impegni che ciascuno di noi ha appannino le impressioni che abbiamo tratto dall’esperienza di ieri, credo sia il caso di cristallizzarle qui, così da continuare il dialogo interrotto col rocambolesco arrivo a Germaneto. Ovviamente, riprenderemo il discorso in classe nelle due prossime e conclusive lezioni.

9 commenti:

Alessandro ha detto...

Fantastica esperienza...sono contento di aver incontrato persone che mi hanno dato una visione della 'ndrangheta diretta raccontando il proprio vissuto e, in qualche modo, aperto la mente su determinate questioni.
Tra le tante, ciò che mi ha colpito particolarmente è il fascino (onore, rispetto dei valori cristiani, fedeltà coniugale, rispetto delle donne, dei bambini...) che viene creato attorno alla 'ndrangheta. Già il Professore, a lezione, aveva sconfessato gli aspetti sopracitati e, un'ulteriore conferma l'abbiamo avuta dal magistrato che ci ha parlato dei soprusi alle donne, della derisione che gli affiliati più autorevoli hanno nei confronti degli altri affiliati che attuano rituali legati alla fede, dell'uccisione brutale di donne e bambini.
Un'altro aspetto che, secondo me, è ancor più grave poiché coinvolge coloro che la 'ndrangheta dovrebbero combatterla, riguarda la volontà di creare un'ulteriore cappa di paura, oltre a quella già presente, di alcuni addetti ai lavori come politici, magistrati, giornalisti, professori e mass media. Mi chiedo come sia possibile ingigantire o creare una sorta di fascino ad un fenomeno talmente serio.
Ci è stato spiegato che, purtroppo, viene fatto per logiche di potere ed esposizione mediatica.
Ancora più sconcertante e, poi, che coloro che invece cercano di diffondere un'informazione basata su dati certi e non su supposizioni che lasciano il tempo che trovano, vengano additati come para-mafiosi o minimizzatori del fenomeno.
Credo che occorra, quindi, pretendere un'informazione puntuale e di qualità che ci permetta di valutare la 'ndrangheta davvero per quello che è e non per quello che rappresenta (o deve rappresentare) nell'immaginario collettivo.
Con questo non sto dicendo che la 'ndrangheta non esiste, tutt'altro!!!
La cosa importante, però, è prendere coscienza di cosa esattamente (per quanto possibile in quanto associazione segreta) si ha di fronte e agire per combatterla.

p.s. Professore spero che anche se non della specialistica, in futuro, ci inviti alle prossime "gitarelle"...

Buon week-end
Alessandro

Teresa ha detto...

Una giornata ricca d'emozioni e di contenuti!!!
Strepistosa...al di sopra delle mie aspettative!!!
Ascoltare le esperienze di chi la 'ndrangheta la vive, ma soprattutte di chi la 'ndrangheta cerca di sconfiggerla "non ha prezzo".
Ho apprezzato tantissimo la testimonianza dei due imprenditori; la schiettezza e la sincerità dell'imprenditore adulto emergeva dai suoi occhi... ma anche la paura...non ho potuto fare a meno di osservare con quanta velocità si girasse ad ogni movimento dell'aula...come se la "sola" scorta non bastasse a vigilare sulla sua vita.
Quando ci raccontavano i loro "avvenimenti", il loro rapporto con "le 'ndrine" non potevo non pensare a quanto in precedenza detto dal FAMOSO GIORNALISTA ...mi sono detta: ma loro nel loro piccolo la 'ndrangheta l'hanno sconfitta...invece di 300 magistratati e di 3000 cancellieri forse basterebbero due o 3 imprenditori del genere in ogni clan 'ndranghetista della nostra regione per iniziare a far perdere peso e possesso a tali "cristiani"...
E poi...il MAGISTRATO...CHE UOMO!!!
Ha tolto dalla mia mente tutti quei luoghi comuni che avevo accumulato negli anni (forse ho guardato troppo la piovra, ultimo e squadra anticrimine)....mi sono accorta dai suoi racconti e dalle frasi delle intercettazioni riportate che sopravvalutavo tali soggetti....e che il loro unico obiettivo è IL DENARO...e che l'unico Dio in cui credono è DIO MAMMONE....
Prima di chiudere il mio intervento volevo ringraziare "i ragazzi del museo" (non faccio i loro nomi...ma meritano di essere ringraziati), non solo per l'accoglienza ma soprattutto per ciò che hanno deciso di fare e per come hanno deciso di investire il loro tempo, in una realtà come quella Reggina in cui discostarsi dal sistema, decidere di "nominare la 'ndrangheta", di metterci la faccia è tutt'altro che cosa semplice!!!
Ancora oggi, non riesco a rispondere alla domanda: la 'ndrangheta verrà mai sconfitta? Cosa deve accadere per poter dire che la 'ndrangheta è stata sconfitta?...Sicuramente le ricerche del Prof. Mete...prima o poi ci daranno una risposta a tale interrogativo....per il momento mi piace fare mia la tesi del MAGISTRATO...mi piace pensare che quel momento prima o poi arriverà...e che "l'Obiettivo" unico per tutti debba essere "ASSOTTIGLIARE IL PIU' POSSIBILE LA ZONA GRIGIA....IN AUTOMATICO LA ZONA NERA VERRA' PRIVATA DELLA SUA LINFA VITALE!!!!"

PS: Grazie Ragazzi e grazie Prof....

Buon week-end
Teresa.

Vittorio ha detto...

Car* il nostro amico giornalista ci ha dedicato un articolo, attualmente in prima pagina http://www.zoomsud.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11692:studenti-della-magna-graecia-di-catanzaro-a-zoomsudit-per-discutere-di-mafie-foto&catid=82:primo-piano

Sonia ha detto...

Vorrei iniziare la mia riflessione ringraziando Lei Professore (e penso di poterlo fare a nome di tutti) per aver organizzato questa splendida giornata!
Come accade nelle sue lezioni, anche in questo caso gli spunti per la riflessione sono stati numerosi ma ciò che ha reso il tutto più interessante è stata la possibilità di entrare in contatto con diverse metodologie di lettura del fenomeno ndrangheta anche in contrasto tra loro.

Con la prima tappa al Museo abbiamo avuto modo di entrare “dinamicamente” in contatto con alcune realtà del mondo che caratterizza la ndrangheta, con la realtà di alcuni soggetti che decidono di rinchiudersi in un bunker per dedicare la propria vita alla criminalità organizzata e per sfuggire alla legge.

L'incontro con il giornalista mi ha lasciato invece una visione un po' pessimista dell'attuale realtà che in parte non condivido ma che ci ha permesso comunque di allargare lo sguardo e chiederci se l'obiettivo che ci si è posti sia quello giusto o meno. Penso tuttavia che “sbagliato” non sia tanto l'obiettivo bensì il mezzo per raggiungerlo, che a volte può non essere sufficientemente adatto. Il giornalista diceva a riguardo che è difficile trovare per esempio un numero sufficiente di magistrati o di personale. Ma è davvero una questione di numeri? È necessario avere a disposizione così tanto personale per arrivare ad una soluzione? Non ho sicuramente la presunzione e molto probabilmente neanche le competenze per dare una risposta ma gli incontri successivi, soprattutto quello con il magistrato, non hanno in parte “smentito” quello che è stato detto? Abbiamo avuto modo infatti di incontrare due imprenditori che hanno lottato quotidianamente nel loro lavoro contro la ndrangheta ed hanno dimostrato tenacia e forza. Abbiamo avuto inoltre il modo di incontrare un magistrato, un solo uomo che è riuscito ad ottenere così tanti risultati! E allora mi chiedo: il fulcro della questione non è forse la qualità e non più la quantità di chi lotta?

Buona serata!
Sonia Scozzafava

PS. mi riallaccio alla richiesta di Alessandro... Prof se non ci invita Lei alle prossime gitarelle... noi ci invitiamo da soli!!!!! :-)

Alessia ha detto...

Magnifica esperienza.... dalla quale ho avuto conferma che, purtroppo, nella realtà in cui viviamo la 'ndrangheta si è radicata nella cultura e nella mentalità di tutti noi. Si pensa che sia un fenomeno naturale, congenito e conseguenza di ciò è l'iirimediabilità. La 'ndrangheta agisce come un soggetto che si integra nella comunità per cui per combatterla è necessario combattere la mentalità e quindi combattere contro noi stessi. Difatti, la forza della 'ndrangheta è l'omertà. Si ha anche paura di nominarla. L'imprenditore o il commerciante non affermeranno mai di pagare il pizzo, un pò per vergogna, un pò per paura. Ed è proprio questa paura ad alimentare il consenso della 'ndrangheta... chi paga si sente protetto ma contro chi?? ovvio, contro lo stesso estortore, ed è proprio grazie a queste estorsoni che la 'ndragheta riesce ad avere il controllo sul territorio che è elemento basilare per il fenomeno 'ndrnghetista. Per cui, a parer mio, per combattere la 'ndrangheta è necessario avere più "imprenditori coraggio" che non si lasciano intimidire e che trovino la forza di denunciare, ma per fa ciò e necessario voler veramente distruggere questa forma di criminalità.

Buon week-end
Alessia

Anonimo ha detto...

Giornata unica … non ci sono altre parole per descrivere questa esperienza.
Il 27 Aprile 2011 resterà impresso in me per molto tempo ,ogni singola parola,ogni singolo gesto sono stati da me seguiti con molto entusiasmo e interesse tant’ è che ho voluto imprimere su carta tutte le esperienze prima vissute e poi narrateci da gente davvero speciale.
Iniziamo dai nostri amici del museo,colgo quest’occasione per tessere le lodi a queste persone che ci hanno messo la faccia e hanno messo in gioco la loro vita contro un fenomeno sociale che invece di indebolirsi pare che si fortifichi anno dopo anno . Rassegnazione,Rabbia e Silenzio sono queste le parole giuste per descrivere il disagio delle persone che nonostante le vessazioni o altro,decidono di rimanere in silenzio continuando ad appoggiare il nemico per eccellenza della società calabrese. Falcone ha affermato tante volte che le mafie sono un fenomeno sociale e in quanto tale hanno un inizio un proseguo e una fine , nella nostra società in cui il fenomeno ndrangheta è talmente radicato e fa talmente parte della vita di noi stessi è davvero difficile sradicare una cosa che ci appartiene. La domanda che abbiamo posto a coloro che abbiamo incontrato per tutto il giorno è stata la seguente: Può la ndragheta essere sconfitta? Le risposte sono state spiegate in maniera diversa ma nessuno è stato in grado di affermare per certo che questo fenomeno si possa sconfiggere, il male e il bene sono insiti nella natura umana per cui è difficile eliminare qualcosa che infondo è come se ci appartenesse ,sarebbe come scindere due elementi che sono intercorrelati , il famoso giornalista ha spiegato che è una questione di obiettivi , bisogna percorrere una strada giusta che ci permetta di cancellare definitivamente una piaga della società calabrese. Quest’obiettivo ancora non è stato raggiunto forse perché gli obiettivi che si sono posti le generazioni precedenti sono stati sbagliati.
Ha affermato inoltre,analizzando la carriera di Falcone che è stato quasi l’unico magistrato che si è posto il problema di sconfiggere,distruggere il fenomeno mafioso.
Inesorabilmente da tutte le relazioni della commissione antimafia si nota che per sconfiggere la mafia bisogna cambiare la società. La domanda che mi pongo è la seguente, siamo davvero disposti a cambiare? A distruggere questo muro di omertà che ci ricopre solo per il quieto vivere ?
La risposta che mi dò e senz’altro potrà essere sbagliata è la seguente HIC ET HUNC non siamo in grado di dare una sterzata ,metterci in netta contrapposizione con il passato ,non siamo ancora pronti .
Ciò che è emerso da questi incontri ricchi di stimoli per delle riflessioni è che senz’altro l’omertà, la paura, fanno si che il fenomeno accresca inesorabilmente, è da considerarsi quasi come un SILENZIO-ASSENSO , quindi come incentivo, da parte degli ndranghetisti ,a far sempre più del male ,a impadronirsi di tutto e di più per raggiungere il loro vero scopo ,il DIO DANARO.
Incontri utili anche per sfatare molti dei luoghi comuni che invadono in nostro cervello creando false credenze; emerge infatti che da molte intercettazioni effettuate non si percorre di certo la via dell’ONORE E DEL RISPETTO .Sono state distinte diverse zone che appartengono alla ndrangheta ,il magistrato ci ha spiegato che la zona grigia è la più pericolosa,appartengono a questa le persone che non sono affiliate ma che subiscono il fascino di queste associazioni criminali, poichè hanno creato questi falsi miti all’interno delle loro teste,le organizzazioni criminali si servono di queste persone poche volte o magari anche una volta soltanto per poi eliminarli, descrivendoli come “vuoti a perdere”.
Lottare in questo mondo per un futuro migliore è difficile però il primo passo è prima di tutto prenderne coscienza e parlarne. Grazie ragazzi,grazie colleghi,grazie al professore Mete per questa giornata che rimarrà impressa nelle menti di tutti.
Vanessa Cantafio.

Anonimo ha detto...

Bellissima giornata trascorsa a Reggio Calabria, assieme ai colleghi di OAPP e di OSPA e il nostro professore. Il tema dell'Ndrangheta mi emoziona tanto, forse perchè lo viviamo nella nostra città, nella nostra terra. Una bella terra, che potrebbe dare tanto, invece è soggetta ad un male incurabile. A mio parere, il fenomeno dell'Ndrangheta è come un cancro che non potrà mai guarire, soltanto i due grandi magistrati della storia italiana Falcone e Borsellino, avrebbero potuto combatterla, perchè credevano in ciò che facevano e nel loro lavoro, consapevoli della fine che avrebbero fatto, ma una volta andati avanti nelle indagini di Cosa Nostra non si sarebbero tirati indietro a costo della loro vita. Credo e spero che le loro idee rimangano, nelle coscienze di tutti, soprattutto in noi giovani che saremo il futuro del domani.

Grazie.
Buona serata a tutti.
Michele di OSPA.

Anonimo ha detto...

bella esperienza,costruttiva e divertente..(vedi caduta dalla sedia del nostro collega,fortunatamente senza conseguenze(vedi pullman....)..complimenti prof..
cic

Anonimo ha detto...

Bellissima giornata, interessante, mi pare sia già stato detto tutto; voglio solo aggiungere una senzazione personale; nel momento in cui siamo entrati nella traversa per andare al Museo, sarà stata una suggestione, ma quel silenzio totale, in una via certamente abitata da molta gente, mi ha, chissà perché, fatto pensare al concetto di omertà.
Oltre ad ascoltare con molto interesse tutto quanto è stato detto, mi sono divertita tanto.
Grazie Prof., davvero una bellissima esperienza.
Annamaria di OSPA