lunedì 14 marzo 2011

Libertà di stampa

In classe abbiamo affrontato il tema della democrazia e delle precondizioni sociali e politiche di un suo pieno dispiegamento. Tra le altre cose, ci siamo soffermati sulla libertà di stampa, sui meccanismi di formazione delle opinioni politiche, sulla costruzione del consenso politico, sul rapporto tra maggioranza e minoranza, sulla formazione dell'agenda politica e le dinamiche delle campagne elettorali. A questo proposito abbiamo anche citato le classifiche internazionali che comparano l'ampiezza della libertà di stampa nei diversi paesi. Su questo punto riporto, col suo consenso, un commento di Alessandro Mellace circolato sulla mailing list del nostro corso.
Vittorio

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Buonasera a tutte/tutti,
oggi, sulla scorta di quanto detto in aula dal Professore, ho cercato informazioni in merito alla libertà di stampa nei vari paesi del mondo. I dati sono molto interessanti e, almeno per quanto mi riguarda, i criteri adottati per stilare la classifica 2010 della libertà di stampa da Reporters sans frontières sono molto opportuni.

Ecco il link della classifica:
http://rsfitalia.org/classifica-della-liberta-di-stampa-2010/classifica-2010-della-liberta-di-stampa-la-posizione-dei-178-paesi/

visualizzabile anche qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Press_Freedom_Index

Superficialmente, prima di informarmi sull'argomento, assumevo come metro di giudizio solo il numero di trasmissioni "pro e contro" il governo, la quantità di tempo che un telegiornale dedica a partiti della maggioranza e dell'opposizione. Oltre ai due criteri citati occorre però prenderne in considerazione molti altri come:
- le violazioni che colpiscono direttamente i giornalisti (come omicidi, detenzione, attacchi fisici e minacce) e media (censura, confisca di copie di giornale, ricerche e molestie);
- grado di impunità di cui godono i responsabili di queste violazioni della libertà di stampa.
- capacità dei media di indagare e criticare
Questi citati sono solo alcuni dei criteri assunti per compiere l'indagine sopra citata, gli altri li troverete a questo link:
http://rsfitalia.org/classifica-della-liberta-di-stampa-2010/classifica-2010-della-liberta-di-stampa-come-e-realizzata-la-classifica-in-inglese/
(la traduzione in italiano del testo è riportata in fondo a questo post)


Di sotto un'altra classifica riferita al 2009:
http://www.freedomhouse.org/uploads/fop/2009/FreedomofthePress2009_tables.pdf
(qui l'Italia viene classificata come paese, in quanto a libertà di stampa, parzialmente libero)

visualizzabile anche qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_di_stampa_(rapporto_Freedom_House)

I dati sono incredibili soprattutto quelli del 2009 vero?
Professore le fonti che ho individuato sono attendibili? Se ci sono, cortesemente, può indicare altre fonti che ritiene più appropriate?
Grazie


Buon sabato sera
Alessandro

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Reporters sans frontières
Classifica 2010 della Libertà di Stampa
(la traduzione non è impeccabile poiché effettuata con il traduttore automatico di google!)

Come l'indice è stato compilato
L'indice di Reporter Senza Frontiere misura le violazioni della libertà di stampa nel mondo. Essa riflette il grado di libertà che i giornalisti e le organizzazioni di news godono in ogni paese, e gli sforzi compiuti dalle autorità a rispettare e far rispettare questa libertà.
Un punteggio e una posizione viene assegnato a ciascun paese nella classifica finale. Sono indicatori complementari che insieme valutare lo stato della libertà di stampa. Un paese può cambiare la posizione di anno in anno, anche se il punteggio rimane lo stesso, e viceversa.
Questa classifica rispecchia la situazione durante un determinato periodo. Essa si basa esclusivamente su eventi tra il 1o settembre 2009 e il 1 settembre 2010. Non sembra a violazioni dei diritti umani in generale, basta premere violazioni della libertà.
Per compilare questo indice, Reporters sans frontières ha preparato un questionario con 43 criteri che valutano lo stato della libertà di stampa in ogni paese. Essa include ogni tipo di violazione che colpiscono direttamente i giornalisti (come omicidi, detenzione, attacchi fisici e minacce) e media (censura, confisca di copie di giornale, ricerche e molestie). E comprende il grado di impunità di cui godono i responsabili di queste violazioni della libertà di stampa.
Esso misura anche il livello di autocensura in ogni paese e la capacità dei media di indagare e criticare. Pressione finanziaria, che è sempre più comune, è anche valutata e inserita nel punteggio finale.
Il questionario tiene conto del quadro giuridico per i media (comprese le sanzioni per i reati di stampa, l'esistenza di un monopolio di stato per alcuni tipi di media e di come i media siano regolamentati) e il livello di indipendenza dei media pubblici.Esso riflette inoltre le violazioni della libera circolazione delle informazioni su Internet.
Reporters sans frontières ha tenuto conto non solo degli abusi imputabili allo Stato, ma anche quelli da parte delle milizie armate, organizzazioni clandestine e gruppi di pressione.
Il questionario è stato inviato a Reporters sans frontières organizzazioni 'partner (15 gruppi di libertà di espressione in tutti i cinque continenti), alla sua rete di 140 corrispondenti in tutto il mondo, e ai giornalisti, ricercatori, giuristi e attivisti dei diritti umani. Una scala messa a punto da l'organizzazione è stata poi utilizzata per dare un countryscore a ciascun questionario.
I 178 paesi classificati sono quelli per i quali Reporters sans frontières ha ricevuto questionari compilati da un certo numero di fonti indipendenti. Alcuni paesi non sono stati inclusi a causa della mancanza di informazioni affidabili, ha confermato i dati. In cui i paesi collegati, essi sono elencati in ordine alfabetico.
L'indice non deve in nessun modo essere considerato come un'indicazione della qualità di stampa nei paesi interessati.
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5 commenti:

F.R. ha detto...

In merito all'argomento vorrei postare l'evolversi della libertà di stampa in italia dal primo decennio del 900' ad oggi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_di_stampa_nella_Repubblica_italiana

Inoltre secondo il mio punto di vista, inerente al rapporto 2010 sulla “Libertà di stampa nel mondo”, che vede l’Italia come un paese “parzialmente libero”(partly free)...[e se non erro è l'ultima delle nazioni della zona euro!!!] dobbiamo ringraziare il nostro presidente del consiglio.....!!!!anche secondo Katin Deutsch Karlekar, cofondatrice e presidente onoraria di Freedom House, che specifica, nel rapporto annuale sulla libertà di stampa nel mondo , come questo severo giudizio trova fondamento nel fatto che “il Primo Ministro Silvio Berlusconi si è scontrato con la stampa per la copertura della sua vita personale, che ha portato a querele contro i media esteri e locali e alla censura di ogni contenuto critico da parte della TV di stato“. E ancora …“Il ritorno al potere di Berlusconi - si legge nel rapporto – nell’aprile 2008 gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle televisioni pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati“.E Ancora … “Il primo ministro risulta essere il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia“.Un ulteriore causa del declassamento secondo l’organizzazione americana sarebbero: “le limitazioni imposte dalla legislazione, per l’aumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del CRIMITE ORGANIZZATO (flashback!!! A proposito di rapporto tra mafia & politica….!) e di gruppi dell’estrema destra, e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media“. Ah! e non scordiamoci che il nostro presidente del consiglio qualche mese addietro dichiarò: “La libertà di stampa in Italia è troppa …” (Andiamo bene allora … ) LA LIBERTà è UN VALORE ASSOLUTO…!

Teilania ha detto...

Riguardo la libertà di stampa, riporto un curioso fatto successo qualche tempo fa.

"E sul caso Schifani, censurano persino Schifani - di Marco Travaglio

Sempre più difficile. Dopo aver censurato lo scoop dell’Espresso sulle nuove accuse di mafia lanciate da Spatuzza a Schifani, la libera stampa italiana si è vista costretta a censurare anche la replica del presidente del Senato alle accuse di Spatuzza. E’ tutto collegato, come spiegava il mitico professor Sassaroli all’architetto Melandri che chiedeva la mano di sua moglie Donatella nel film Amici miei, sbolognandogli tutto il cucuzzaro: “Vede, è tutta una catena di affetti che né io né lei possiamo spezzare. Lei ama mia moglie. Mia moglie è affezionata alla bestia, il cane Birillo, che mangia un chilo di macinato al giorno, un chilo e mezzo di riso e ogni mattina bisogna portarlo a orinare alle 5 sennò le inonda la casa. Birillo adora le bambine. Le bambine sono attaccatissime alla governante, tedesca, due anni di contratto, severissima, in uniforme. Insomma, chi si prende Donatella si prende per forza tutto il blocco”.

Ecco, chi censura lo scoop dell’Espresso innesca una catena di censure che nessuno può spezzare: gli tocca censurare tutto il blocco. Spatuzza dice che Schifani era il trait d’union tra i Graviano e Berlusconi & Dell’Utri. In un colpo solo si beve il presidente del Senato, il presidente del Consiglio e il senatore che inventò Forza Italia. Passi per Dell’Utri e i Graviano, che ci sono abituati: ma come si fa a dare una notizia che accosta B. e Schifani a Cosa Nostra senz’aver mai scritto un rigo in materia? Dandola, si dovrebbe accompagnarla con un commentino, tipo quello in cui tre mesi fa un giornale a caso, il Corriere della sera, chiedeva conto e ragione a Di Pietro di una foto del ’92 che lo ritraeva a cena con una decina di ufficiali dei carabinieri e con Bruno Contrada, all’epoca numero 3 del Sisde e non ancora arrestato per mafia. O tipo quello in cui un mese fa un giornale a caso, il Corriere della sera, chiedeva conto e ragione al presidente della Camera Fini di un alloggetto affittato dal cognato a Montecarlo..."

Teilania ha detto...

"...E una richiesta di spiegazioni a Schifani e a B. non basterebbe ancora a pareggiare il conto, visto che è impossibile paragonare un’inchiesta per mafia con una foto con Contrada e con un alloggetto di 65 metri quadri. Dopodichè un giornale a caso – poniamo sempre il Corriere, ma anche Repubblica – dovrebbero spiegare perché attaccarono un giornalista, di cui ci sfugge il nome, che due anni fa raccontò in tv gl’imbarazzanti trascorsi societari di Schifani con vari tipetti poi condannati per mafia. Meglio dunque ignorare la notizia (come fa il Corriere) o nasconderla in un trafiletto a pagina 25 (come fa Repubblica). E, l’indomani, censurare il comunicato di risposta del presidente del Senato (come fanno sia il Corriere sia Repubblica sia tutti gli altri giornali e tg d’Italia, a parte Il Fatto). Tutto ciò avviene in una sedicente democrazia dove, non appena un politico tira una scoreggina, emette un ruttino, dichiara che oggi piove o tira vento, plotoni di telecamere e cronisti da riporto si precipitano a raccogliere e a rilanciare urbi et orbi la scoreggina, il ruttino e la dichiarazione. Anni fa Schifani, allora capogruppo di Forza Italia, diramò un comunicato per rivelare che, non trovando un tavolo libero al ristorante, aveva “fatto la coda come un cittadino qualunque”. Notizia epocale, subito ripresa con ampio risalto dal Corriere.

Di recente, quando un lieve terremoto ha scosso le isole Eolie, giornali e tg pendevano letteralmente dalle labbra dello Schifani, che in quel momento passava di lì sul suo veliero, a riprova del fatto che le disgrazie non vengono mai sole. Poi la seconda carica dello Stato chiede di essere interrogata dalla Procura di Palermo sulle accuse di mafia che gli lancia Spatuzza e nessun organo d’informazione lo scrive, così nessun cittadino lo viene a sapere, salvo i fortunati lettori del nostro giornale. Gentile presidente del Senato, accetti un consiglio da amici: la prossima volta che vuol parlare dei suoi rapporti con la mafia, lasci perdere i comunicati stampa. Ci dia un colpo di telefono: facciamo prima."
Senza dare alcuna opinione in merito, questo può essere un punto di partenza per analizzare come si comportano gli organi di stampa in Italia.

Rosalba ha detto...

La liberta'di stampa inquanto liberta' è un valore assoluto.Basta pensare a quello che ancora succede in tanti paesi come in Turchia..che tanto lontana non è!!(riporto una sintesi della notizia):

Una manifestazione in favore della libertà di stampa. Migliaia di persone sono scese per le strade di Istanbul, in Turchia, per chiedere al premier Erdogan la liberazione di quattro giornalisti arrestati all’indomani dei grandi raduni dello scorso 3 marzo ad Ankara e a Istanbul.
I quattro sono accusati di aver partecipato all’ideazione di un presunto complotto contro il governo conservatore di matrice islamica. L’affaire Ergenekon avrebbe avuto come obiettivo quello di far cadere l’esecutivo grazie a un colpo di Stato Militare.
Ma il numero dei giornalisti in prigione è molto più alto. “La libertà di stampa in Turchia – dice il professore Haluk Sahin, docente universitario e giornalista – dal mio punto di vista è in serio pericolo, perché ci sono più di cinquemila persone sotto accusa, più di duemila processi contro reporter
e al momento 68 giornalisti sono in carcere e c‘è un forte senso di intimidazione. Le persone hanno paura di parlare e di esprimere la propria opinione”.
Alla manifestazione erano presenti intellettuali, esponenti della società civile, giornalisti e rappresentanti dell’opposizione".

E in Italia?
Oggi l'unica cosa che mi viene in mente è il binomio"libertà di stampa-intercettazioni".
Fini in una intervista diceva:
"No agli "eccessi che causano la prevalenza del diritto all'informazione su quello della privacy", ma serve "bilanciare la tutela della privacy con il rispetto della legalità".

Ma non avete la sensazione di vivere in un paese dove anche la stampa vive sotto le redini di chi ha il potere?
Rosalba Iapello

Vittorio ha detto...

Vi segnalo che è appena uscito anche il rapporto di Freedomhouse sulla liberta del web. Lo trovate qui http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=664 . Ci sono anche i report per paese, cercate l'Italia e magari comparatela con altri paesi europei.