domenica 28 febbraio 2010

Se a scioperare sono gli stranieri

Care studentesse e cari studenti,

con questo messaggio inauguriamo il terzo anno di vita del Blog del corso di Sociologia dei Fenomeni Politici. Come vi dicevo a lezione, il Blog intende essere un ulteriore spazio di dialogo nel quale approfondire alcuni temi di attualità e legati agli argomenti che affrontiamo in classe. Negli anni passati l’esperienza del Blog è stata molto positiva (le discussioni sono tutte rimaste sul Blog). Certo, molto dipende da quanta voglia avrete di leggere le cose che io o altri scriveremo e, soprattutto, da quanta ne avrete di condividere le vostre opinioni. Ad ogni modo, a me sembra che sia un’opportunità per arricchire le proprie conoscenze e la propria esperienza, per questo vi propongo questa attività.

Il primo post di questo A.A. riguarda la condizione dei migranti nel nostro Paese. Come forse qualcuno di voi sa, per domani (1 marzo) è stato indetto uno sciopero da parte dei migranti che vivono in Italia (qui ulteriori informazioni). In molte città si terranno manifestazioni, sulle quali poi potremo tornare quando ci occuperemo dei Movimenti sociali e delle loro strategie di azione. Un gruppo di docenti universitari, tramite una lettera/appello ha deciso di aderire a questa mobilitazione impegnandosi a discutere con i propri studenti della condizione dei migranti in Italia e del dilagante razzismo. Non avendo domani lezione, e quindi non potendone parlare direttamente in classe, ho allora pensato che avremmo potuto usare il Blog del corso.

Tra i tanti aspetti che si potrebbero affrontare sulla presenza straniera in Italia, credo che quello a noi più vicino (non solo territorialmente) sia costituito dalle vicende di Rosarno. Ognuno di noi ha avuto modo di farsi un’opinione delle vicende che hanno riguardato gli immigrati africani e che hanno condotto a forti tensioni con la popolazione locale. Come al solito, i fenomeni sociali sono complessi ed un’analisi sbrigativa risulta riduttiva e fuorviante. Vorrei allora proporvi di ascoltare una voce che difficilmente riesce a farsi udire sui media tradizionali, cioè la voce di alcuni protagonisti di quelle difficili giornate. Vi segnalo allora un breve documentario in tre parti (prima parteseconda parteterza parte) che offre punti di vista differenti e che mi pare un buon punto di partenza per una discussione sui temi della presenza degli stranieri nel nostro Paese ed in particolare nella nostra regione. Chi è stato a lezione in questi tre primi giorni ci ritroverà, probabilmente, alcune delle cose che abbiamo affrontato.

Domani e dopodomani conto di aggiungere, qui sul Blog o per posta elettronica, anche una piccola rassegna stampa sullo sciopero degli stranieri. Vi segnalo, inoltre, una lista delle iniziative che altri docenti universitari promuoveranno nella giornata di domani con i loro studenti o comunque nelle loro Facoltà.

Tutti voi (timidi inclusi!) siete dunque invitati a condividere con gli altri le proprie opinioni sull’argomento e, magari, anche qualche materiale (audio, video, testo) reperibile on-line che possa essere utile per arricchire la nostra riflessione sulla condizione dei migranti e sul fenomeno del razzismo nel nostro Paese.

15 commenti:

Aurelio Valeo ha detto...

Caro professore,
non ho avuto tempo di guardare per intero le 3 parti del documentario (mi ripropongo di farlo magari stasera con calma), lascio comunque un'opinione sulla questione immigrazione e sul sentimento di razzismo crescente.
Inizio col dire che mi trovo assolutamente contrario a quello stereotipo che abbiamo analizzato anche in aula, immigrazione=criminalità. questo perchè ho vissuto 10 anni in veneto e ho avuto modo di conoscere da vicino la realtà della convivenza multietnica: slavi, ghanesi, senegalesi, cinesi. li ho avuti come compagni di scuola, come vicini di casa, compagni di squadra, amici. Tutte famiglie che hanno lasciato il loro paese in cerca di lavoro, per sfuggire alla povertà, ma anche (se non soprattutto) alla guerra (da notare che faccio riferimento a un periodo tra il '93 e il 2003, ricordiamo quindi la situazione dei balcani dell'epoca, nonchè di molti paesi dell'africa nera). Tutte famiglie di lavoratori, in fabbrica dalle 6 di mattina alle 6 sera, brave persone, che mandano i figli a scuola, puliti, che conducono una vita dignitosa.Questa è l'integrazione, che non è avvenuta a rosarno. Tutto ciò che io ho vissuto da vicino contrasta però con la "rappresentazione della realtà" che ci forniscono ogni giorno i media. certo esiste anche la criminalità, ma non più e non meno di quella italiana. pensiamo al reato di violenza sessuale. I nostri tg ci parlano di "emergenza stupri", e gli "stupratori" in tv sono SEMPRE rumeni e marocchini. Il risultato non può che essere la paura e l'odio della gente verso queste categorie di immigrati. Poi andiamo a consultare i dati a riguardo e scopriamo: (DATI DEL MINISTERO DELL'INTERNO: http://blog.panorama.it/italia/2009/02/24/i-dati-del-viminale-sono-italiani-sei-stupratori-su-dieci/ , DATI DI RICERCA ISTAT: http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_10/stupri_stranieri_istat_17ce1b8e-a70e-11dc-a6a3-0003ba99c53b.shtml) in entrambi i casi abbiamo una fotografia eloquente della distorsione della realtà. continua..

Aurelio Valeo ha detto...

..segue.
Non posso poi non considerare il crescente sentimento di "non accoglienza", di "respingimento" che sta si sta verificando nella nostra popolazione. Al riguardo mi chiedo come sia possibile che abbiamo già dimenticato la situazione dei nostri antenati fino a poco più di mezzo secolo fa. Abbiamo già dimenticato la povertà dilagante del nostro mezzogiorno, le famiglie con 7, 10, 15 figli in una piccola casa, senza elettricità, con il bagno in campagna, le fotografie di nonni con le valigie di cartone in stazione con destinazione, francia, belgio, germania, stati uniti? (il mio libro di economia pubblica parla di circa 20 milioni di emigranti tra l'unificazione e la prima guerra mondiale).
Per queste ragioni mi ritrovo assolutamente a favore dell'accoglienza. Chiaro che si pone un problema ulteriore, quello del lavoro. Un'invasione di gente disposta a lavorare ai limiti dell'umano per retribuzioni bassissime, sono un problema (oltre che un grosso pericolo) per la nostra economia e competitività; ed è quì che secondo me si inserisce il discorso dell'integrazione e della legalità. Pensiamo agli immigrati di rosarno, che lavoravano nei campi di arance 8-10 ore al giorno per 20 euro. Sono un problema, per loro e per noi. Così facendo danneggiano loro stessi e tolgono lavoro a noi calabresi. Ci sarebbero tanti operai calabresi disposti ad andare a lavorare nei campi a raccogliere arance, ma certamente non a quelle condizioni. Ma se ci fosse stato un sistema di integrazione, un sistema di controllo della legalità, di assicurazione dei diritti, quelle persone non avrebbero lavorato in quelle condizioni. Una retribuzione equa, avrebbe permesso la competizione con l'operaio calabrese e allo stesso tempo avrebbe consentito agli immigrati magari di associarsi vivendo insieme pagando un affitto, facendo la spesa nei nostri negozi e conducendo un vita dignitosa.
La nostra civiltà ha alle spalle anni di lotte per il riconoscimento dei diritti, dobbiamo far si che chi arriva agisca nella legalità e con il riconoscimento di tali diritti.. questa è l'integrazione. E solo così potremo vedere l'immigrazione come una risorsa di crescita (lo sciopero di domani può essere un indicatore di quanto gli immigrati lo siano) per tutto il Paese e non come una minaccia.

Aurelio Valeo

valentina toto ha detto...

esprimere un parere quanto più possibile oggettivo al punto in analisi è faccenda abbastanza contorta e posso concordare su vasta percentuale del discorso del collega, per quanto, ribadisco che la ragione sta sempre nella via di mezzo.
concordo che, effettivamente, la gregarietà civile ha fatto crescere un sentimento antisemita sempre maggiore e concordo che non sempre immigrazione è uguale a criminalità.
mi sento comunque ci esporre un mio giudizio in relazione ai fatti che stanno popolando la cronaca di questi giorni e che sono arrivati ad una volontà di reclamo del diritto di sciopero da parte degli immigrati: mi sento di ricordare a me stessa e al lettore del presente quando, nei primi 900, i nostri parenti, armati di belle speranze, tanta fame e la classica valigetta di cartone piena di sogni sono partiti alla volta di terre straniere e non certo ospitali e di manica larga in quanto ad accoglienza come l'Italia.
pensate: cosa avrebbero fatto i detentori dell'ordine degli stati ospitanti se fossero stati i nostri progenitori a reclamare non dico tutti, ma solo un 10% dei diritti che ora si esiggono come dati?
noi partivamo per necessità ed è indubbio che lo facciano anche loro, questo lo abbiamo in comune e magari in molti casi abbiamo in comune anche lo spirito a fare lavori umili ma. la differenza sta nel contesto: si parte per raggiungere un Paese di stenti e si parte per raggiungere il paese dei balocchi pensando di trovare il latte e il miele...
oggi documentari cercano di solleecitare l'opinione pubblica e ne avrò visti a dire basta..ma, sollecitare cosa? pietà? falso o vero moralismo? buonismo e voglia di dare sussidio? o magari paradossalmente proprio indignazione contro lo stato italiano che li lascia in condizioni di miseria? pensateci: quanti figli di connazionali vengono al mondo in abituri ben peggiori?

Valentina Toto ha detto...

uno spunto di analisi: nel commento precedente accenno al concetto di "gregarietà sociale" e ora mi sento di voler specificare quanto dato mettendo in risalto il perchè di alcuni comportamenti, a mio avviso responsabili della mobilitazione delle opinioni di massa e delle paure collettive nonchè della generazione di episodi quali quelli di rosarno:La ricerca scientifica ha individuato nel cervello animale alcune cellule neurali denominate
“neuroni a specchio”.
Questi neuroni si attivano di fronte alcuni comportamenti codificati, quali paura, rabbia o simili.
In buona sostanza, allorquando la persona percepisce determinati atteggiamenti nell'espressione di
chi gli sta di fronte, i neuroni a specchio la pongono nella medesima condizione di spirito.
In questo modo, se un individuo osserva che gli altri componenti del gruppo hanno paura,
automaticamente i propri neuroni a specchio lo disporranno ad affrontare il pericolo, ancor prima
che esso sia realmente percepito.
Questo aiuta nelle società animali a prevenire il rischio e salvare la pelle. In effetti, i soggetti che
hanno carenze percettive di tali stati d'animo sono maggiormente esposti al pericolo.
Osserverete che tale condizione è assolutamente ancestrale. Essa è il risultato di milioni di
anni di evoluzione ed è efficacissima.La gregarietà può essere spiegata in questi termini, appunto. Mi adeguo per sopravvivere. I
meccanismi neurali si sono evoluti proprio in tale direzione.
ben vero è anche la semplicità con cui la società tende a stigmatizzare gli individui che mal si
adattano alla condizione sociale sopra definita...
ma quindi, perchè rimanere in questo apatico limbo? comodità, paura e agemonia culturale.
un saluto a tutti.

francesca vinci ha detto...

Salve professore,
ho visto interamente il documentario riguardante la questione di Rosarno, sono sconcertata dalle interviste fatte agli abitanti del territorio,
per il loro modo superficiale e chiaramente razzista di affrontare una tematica cosi seria e che ci riguarda tutti. << Abbiamo dato lavoro ai neri e anche da mangisare,vestiti,acqua nei secchi,ma non sono persone civili non sanno apprezzare, questi si mangerebbero anche una bambina.>>Eccola, la radice del problema, il considerare questi immigrati, esseri umani di serie B, dare a queste persone un lavoro, una casa, orari lavorativi decenti uguali ai calabresi e considerarli semplicemente come noi è un progetto impossibile da realizzare, se nel 2010 noi Calabresi,noi Italiani non abbiamo ancora capito che la diversità non è una minaccia, ma una possibilità di conoscere culture diverse e creare una sinergia tale, da vedere negli altri una fonte di ricchezza e di sviluppo.E La mafia non centra? Essa è la matrice di tutto, perchè come è stato detto nelle interviste, la ndrangheta ha indirizzato la sua attività economica da tempo nel settore agricolo riguardante la provincia dI Reggio Calabria. Personalmente penso che i problemi essenzialmente siano questi: mentalità ottusa,superficialità,razzismo e la presenza fortissima sul nostro territorio della mafia. Mi chiedo come questo sia possibile, se proprio noi siamo stati un popolo di immigrati al Nord e all' Estero e abbiamo vissuto nelle stesse condizioni.Infine, concludo con il dire che una soluzione è difficile da raggiungere, ma il cambiamento, l' integrazione, può essere un tragurdo da perseguire soltanto se veramente capiamo che: L UOMO NERO SPORCO E CATTIVO NON ESISTE,SONO CONVINZIONI INFONDATE DA ABBANDONARE SE DAVVERO CREDIAMO IN UN MONDO MIGLIORE! Concludo dicendo che faccio tesoro dell' esperienza vissuta in Inghilterra,soprattutto in casi come questi, anche se ho vissuto solo per un mese ad Oxford,ho avuto modo grazie all' EF SCHOOL INTERNATIONAL di conoscere almeno 10 culture diverse, che convivevano nel dormitorio,nei pub, allo stadio e in classe con me...sono state esperienze sufficienti a farmi capire che la vera ricchezza di un Paese è la possibilità di vivere in una società multietnica come quella inglese!Francesca.

Francesco T. ha detto...

Gentile Professore e cari amici del corso di Soc. dei Fenomeni Politici buonasera!!!
Ho appena visto i 3 filmati proposti dal Prof.(ancora complimenti per questa formula di partecipazione e crescita comune ,senza alcuna tentazione di compiacimento).
Ebbene sì , anche questa è Italia.
Rosarno!!!
Una delle pagine più vergognose della nostra Calabria e del nostro Paese in generale (complice un silenzio assordante delle politica e delle istituzioni in generale :la sinistra storicamente vicina a questi temi,dov'è?) ,e questa dovrebbe essere
l'integrazione e la tolleranza???
Una vera e propria deportazione, della quale un Paese civile come il nostro ,non sentiva in alcun modo la mancanza.
La vera banalità che tutti conosciamo, è quella per la quale la più grande ingiustizia è di essere nati in un posto del globo piuttosto che in un altro.
Il grande saggio ebbe a dire : ogni essere umano è un soggetto unico e irripetibile e come tale degno di una vita che vale la pena di essere vissuta.
Io penso che chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, non possa strumentalmente proporre l'equazione immigraziome = criminalità ; sarebbe riduttivo e pretestuoso.
Le società multirazziali soprattutto in Europa , così come negli U.S.A. , sono ormai delle realtà dalle quali non si può tornare indietro.
Io penso che coloro che lasciano la loro terra , le proprie origini, i propri affetti più cari; magari su un gommone con buone possibilità di morire nella traversata ,arrivi sulle nostre coste perché effettivamente disperati e come tali degni di essere considerati con rispetto e tolleranza.
E poi diciamolo fino in fondo, al di là di ogni perbenismo: la cosa più meschina è quella di sfruttare lo stato di bisogno di persone come queste , senza permesso di soggiorno e come tali prive di qualsivoglia diritto;anche il più elementare (vedi legge Bossi-Fini).
Con questo ovviamente non possiamo affermare , con altrettanta onestà , di poter accogliere flotte e flotte , migliaia e migliaia di persone che giungono da ogni dove. Non siamo né pronti e né tantomeno preparati .Tale fenomeno effettivamente è molto delicato, complesso e difficile ; ma una cosa è certa: il risultato realizzato da questa vicenda è davvero nefasto.
Sono convinto che ancora oggi non si abbia la reale consapevolezza, che queste persone sono e potranno essere ancora di più per il futuro, oltre all’aspetto strettamente umano, una risorsa importante per lo sviluppo dei nostri territori.
Qualche anno fa ho letto un libro davvero interessante: "L’orda. Quando gli Albanesi eravamo noi” di Gian Antonio Stella.
Si dice che un Paese senza memoria sia un Paese senza futuro.
Buona Notte...
Francesco

Valentina Toto ha detto...

carissimo collega, ben vero è ciò che tu dici anche se gli ideali di pace e integrazione saranno stati ripetuti oltre mille volte, se sulla carta e sulle labbra sono parole integerrime, nella realtà dei fatti di concreto vi è poco....
va benissimo parlare di mondo di utopia e magari anche i miei ideali non saranno diversi da quelli di molti ma, il mondo che si decanta in questa ode alla felicità è ben diverso..
l'itallia si ricopre del suo manto di buona accoglienza, come il padre di famiglia che accoglie quanti ospiti bussano alla sua porta e gli riserva lo stesso trattamento dei suoi figli 8ben sapendo che, capovolgendo la pagina non sarebbe altrettanto)..ma quanti ospiti potrà accogliere e nutrire? lo farà fin quando a pagare saranno poi i suoi stessi figli, sangue del suo sangue che patiranno la fame e i disagi di tante menti diverse con abitudini diverse e spesso discratiche...
l'italia è il Paese dei Balocchi per il resto del mondo, un porto di mare, ma, allo stesso tempo non è famoso per essere lo Stato dell'opulenza...ricordati delle famiglie che vivono con una sola pensione minima e che non hanno certo agevolazioni su tasse e derivati...pensa a quanti ragazzi una famiglia non la avranno mai per una vita sempre più esosa, pensa alle condizioni di italiani enza lavoro e con figli che vivono in monolocali...guarda la situazione finanziaria italiana da vicino (essendo io un promotore finanziario ne so qualcosina)...è tragica...ora a scioperare sono loro?tanto di rispetto per le pessime condizioni del loro Stato di origine, tanto di rispetto per il desiderio di ricominciare tutto daccapo, tanto di rispetto per la vita umana e anche per la Carta dei Diritti ma anche in questo bisogna tenere conto di priorità...il documentario è abbatanza esplicito ma anche questo è fatto da persone..alla fine anche questo è uno strumento di manipolazione dell'opinione pubblica la quale, per la teora sopra citata è ALTAMENTE manipolabile se a farlo sono anche discreti conoscitori di tecniche di PNL...
un saluto

Aurelio Valeo ha detto...

cit. valentina toto ha detto: "l'italia è il Paese dei Balocchi per il resto del mondo, un porto di mare, ma, allo stesso tempo non è famoso per essere lo Stato dell'opulenza...ricordati delle famiglie che vivono con una sola pensione minima e che non hanno certo agevolazioni su tasse e derivati...pensa a quanti ragazzi una famiglia non la avranno mai per una vita sempre più esosa, pensa alle condizioni di italiani senza lavoro e con figli che vivono in monolocali...guarda la situazione finanziaria italiana da vicino (essendo io un promotore finanziario ne so qualcosina)...è tragica...ora a scioperare sono loro?"

Cara Valentina,
attribuire agli immigrati la responsabilità della situazione di degrado sociale, sia economico che culturale, in cui siamo precipitati negli ultimi 10 anni penso sia un attimino eccessivo.
Loro pagano le tasse, ma non votano, né CI governano. tutti i problemi che hai citato purtoppo sono problemi politici. ci sono, sono evidenti (ma non evidenziati) e se l'andazzo è questo non si vede all'orizzonte nulla di buono. ma ahimè il problema vero è che nell'agenda politica di chi dovrebbe indirizzarci, le priorità assolute oggi sono altre. se poi ce la vogliamo prendere con gli immigrati facciamo pure... abbiamo ancora il margine di qualche anno di autolesionismo davanti, poi forse arriveremo a un punto in cui apriremo gli occhi (perchè saremo costretti a farlo).
sicuramente di come siamo arrivati a questa situazione di degrado politico TOTALE E INDISTINTO (generalizzare e sempre brutto, ma la situazione attuale è proprio questa) ne parleremo con il professore durante le lezioni.

Antonio Mirko ha detto...

Carissimo Professore e carissimi colleghi…Buonasera!
Innanzitutto mi presento a tutti voi: mi chiamo Antonio Mirko e vorrei provare, con molta umiltà, ad inserirmi nella vostra discussione. Anche io ho visto le tre parti del documentario e devo dire che, letti con attenzione i vostri commenti, non è stato semplice pensare a delle riflessioni da aggiungere oltre le vostre, in quanto avete diversificato con le opinioni su diversi elementi.
Proverò così a partire da me stesso, dalle mie sensazioni. Ieri sera ho visto questo documentario in tre parti e la cosa che mi ha colpito di più è stata la mia reazione: non sono riuscito a lasciare subito un mio commento. Per la prima volta, infatti, la descrizione di quello che è avvenuto a Rosarno non era la solita che viene rappresentata dai mass-media….ed io avevo bisogno di riflettere.
Ho pensato tante cose mentre svolgevo le mie normali attività, oggi, ma la cosa che più ritornava nella mia mente è stata già riportata da Francesca nei precedenti commenti ovvero l’epressione seguente: “Abbiamo dato lavoro ai neri, abbiamo dato ai neri da mangiare, dei vestiti…dei bidoni, dei secchi di acqua!”….
Ragazzi scusate se ve lo dico…”ma stiamo scherzando?!”…mi sembra incredibile sentire queste parole da persone che vivono a Rosarno, che usano il cellulare, che guidano una macchina, che lavorano, che si sono diplomate, che vanno a scuola di ballo, che fanno viaggi d’estate per conoscere il mondo (e ho detto tutto!)…e quante altre cose potrei dire di alcuni uomini che vivono nella società occidentale moderna!
Ma quello che mi turba maggiormente e l’espressione “abbiamo dato loro dei secchi di acqua” e far sottintendere che, quelli che loro chiamano “neri” non sono contenti….
Così, in un primo momento, ritengo abbia poco valore stabilire punti di vista di destra o di sinistra che, semmai, andrebbero messi in discussione in un secondo momento…e questo lo dico anche se un uomo, nel filmato-documentario, affermava che la sinistra si vuole tenere i neri per avere dei voti mentre la destra no! Ma se gli immigrati di Rosarno sono quasi tutti senza cittadinanza, alcuni senza permesso di soggiorno…come fanno a votare? Chi lo spiega a questo signore?

Antonio Mirko ha detto...

…segue
Ad ogni modo quello che ho pensato vedendo le interviste è che queste persone non hanno ben chiaro il concetto di diversità ma, questo, non è un problema che riguarda solo la comunità autoctona di Rosarno, bensì un problema comune a diversi uomini nel modo di intendere il Mondo. Il mio sembra un giro di parole (e forse lo è) ma quello che voglio dire è che sembra quasi che solo gli uomini importanti, quelli che compiono grandi imprese, debbano lasciare sulla terra un’impronta incancellabile, ed invece io ritengo che anche gli uomini comuni, quelli che vivono inosservati/sconosciuti, sono interessanti ed unici! Con questo non prendo le difese-morali di senegalesi, congolesi o ivoriani, certo è che fanno comodo quando bisogna raccogliere otto ore al giorno arance per 20 euro!
Sono partito da un ragionamento quasi filosofico (e sicuramente non ho meriti per far questo) per poi finire ad un qualcosa di tecnico legato ai soldi ed alle ore di lavoro…quello che vorrei dire è che queste persone che vengono da paesi diversi dai nostri rappresentano il cosiddetto “lavoro sommerso” (lavoro in nero) ed i proprietari terrieri evitano l’assunzione di operai regolari che comporterebbe, scusate il gioco di parole, l’assunzione di oneri ben diversi in termini di indennità retributive, assicurative, previdenziali…e via dicendo!
Eppure quando sentiamo le interviste programmate di autorevoli politici, professori, imprenditori, medici o di appartenenti alle forze dell’ordine, spesso emerge una società che sbandiera al mondo l’uguaglianza e l’integrazione: ma sarà proprio così? Non lo so, non sono in grado di giudicare, perché esistono tante associazioni che lavorano per l’integrazione e per l’uguaglianza ed a loro va la mia stima…la stima per quello che fanno per la nostra società, mentre io mi limito a giudicare o esprimere opinioni! Certo è che, quando nel documentario quel ragazzo afferma che ogni anno alla fine del periodo di raccolta delle arance si verifica questo tipo di situazione, io capisco che in quel momento egli è vittima e protagonista dell’emarginazione e della discriminazione, e secondo me quel ragazzo è la testimonianza vivente che il “Diverso” è colui che la società vuole che sia tale!
Per chiudere il mio discorso credo che sentir dire “abbiamo dato loro dei secchi di acqua” sia un modo per capire che dobbiamo fare ancora molta strada verso l’integrazione.
Spero di riuscire a sviluppare riflessioni sempre più costruttive, magari in seguito a qualcosa che ho letto da voi seguendo gli andamenti delle discussioni… Buona serata a tutti…

Unknown ha detto...

caro professore,
finalmente riesco a visitare il blog e in primis non posso che dirle che non poteva trovare situazione migliore per mettere le nostre opinioni a confronto,perciò dopo aver visto il servizio e letto i vari commenti aggiungo anche un mio pensiero. Mi trovo assolutamente d’accordo con la collega Valentina che esordisce dicendo "la verità sta sempre nel mezzo": sagge parole cara collega che rispecchiano in pieno quello che il documentario stesso ci fa vedere. Due realtà troppo estreme che costruite su un filo crollano nel momento in cui la tolleranza e l'omertà non riescono più a convivere. Concordo con tutti gli altri che dicono di ricordare che sono stati per primi i calabresi ad essere un popolo di emigranti,ma non sono sicura del fatto che non abbiano anche loro trovato difficoltà. Il problema a mio modesto parere non è il colore della pelle, ma una differenza sostanziale creatasi tra persone ospitanti e persone ospitate.
Scusi professore se inserisco una parte non compresa nel servizio consigliatoci,ma non posso non segnalare una frase sentita durante una trasmissione televisiva che, fa capire palesemente come il nostro paese è destinato a non crescere a restare chiusi in realtà parallele illusorie.
C'è chi ha affermato che "la ndrangheta non esiste in questo, ha ben altro da fare", più che l'escluderla dall’ accaduto mi lascia perplessa la seconda parte della frase... HA BEN ALTRO DA FAREa voi cari colleghi ogni qualsiasi allusione. Concludo dicendo a Mirko che il suo pensiero filosofico è a dir poco interessante rispecchia la realtà in pieno e lascia molto pensare,ma non preoccuparti dell'essere caduto nel"tecnico" perché sono proprio i soldi e di conseguenza povertà e disperazione che hanno portato a questo.
grazie a tutti colleghi è stato un piacere leggervi
Monica

Anonimo ha detto...

Caro professore,
ho guardato le tre parti del documentario e rimango perplesso a causa di determinati episodi di violenza e di ingiustizia che succedono ancora a tutt'oggi nella nostra regione. La Calabria come si sa è una regione travagliata piena di problemi e difficile da governare anche perché è una zona di tradizionale radicamento mafioso. Gli immigrati vengono visti sempre come una minaccia per la collettività, destinati a fare lavori disumani ai limiti delle capacità di ogni persona e cosa più riprovevole è calpestare la loro dignità di essere umano. Sappiamo tutti che alla base di queste vicende c'è il degrado umano, lo sfruttamento di manodopera clandestina e la potenza indiscussa dei clan mafiosi che distuggono il territorio. Ma sopratutto c'è una convinzione radicata nella società di non voler accettare gli stranieri considerandoli diversi da noi e quindi cittadini di serie B. Il governo purtroppo non è vicino a simili situazioni fa finta di non vedere, limitandosi a trasferirli ad un altra parte, ma purtroppo il problema non è risolto ma soltanto spostato. In ultimo vorrei chiudere questa breve riflessione citando una frase di Nelson Mandela:"nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per esser fratelli".
Tanti saluti
Salvatore

Valentina Toto ha detto...

egregio professore,
la presente è rivolta a lei, in veste di caro amico e a quanti vorranno prendere parte ad una discussione volta a creare un dibattito quello che è il tema cardine di questo come di tutto quanto ciò di cui si sta discutendo, il Nodo Gordiano che dir si voglia o meglio, la strumentalizzazione.
in un post precedente accennai al concetto di "neuroni Specchio" come elemento scatenante di tutto ciò che genera gregarietà e quindi ansia, criminalità di gruppo, paura e la stessa teoria del caos..alla fin fine dei conti quindi non vuol dire essere membri di una specie anzicchè di un'altra poichè tali cellule sono state localizzate in generale nel cervello umano e precisamente vicino all'area di Broca. Ciò ha comportato la convinzione (per alcuni la prova) che il linguaggio umano si sia evoluto tramite l'informazione trasmessa con le prestazioni gestuali e che infine il sistema specchio sia stato capace di comprendere e codificare/decodificare. Ormai è certo che tale sistema ha tutto il potenziale necessario per fornire un meccanismo di comprensione delle azioni e per l'apprendimento attraverso l'imitazione e la simulazione del comportamento altrui. In questo senso è opportuno ribadire che il riconoscimento non avviene soltanto a livello motorio ma con il riconoscimento vero e proprio dell'azione, intesa come evento biofisico. io butterei il tutto su questo campo: un'azione di un individuo a seguita ad un modo di agire o ad una causa ha attirato specularmente la controreazione similare e analoga di individui simili, portando ai fatti che tuttu ben conosciamo, che gli individui siano appartenuti ad una etnia o ad un'altra è stata una variabile...naturalmente la mjia è solo una tesi che potrebbe essere vista come totalemnte priva di fondamento scientifico e magari difficilmente dimostrabile....come dire, egregi Signori, ai posteri l'ardua sentenza

Enzo ha detto...

Buona sera a tutti, mi chiamo Enzo ed ho appena preso visione completa dei tre sconcertanti video riguardo alla questione degli immigrati di colore a Rosarno. A essere sincero, pensavo che il triste periodo degli schiavi, fosse oramai superato da un pezzo e scoprire che nel 2010, esistono neri “tenuti al guinzaglio” (come si evince dalla testimonianza di quelle immagini, tanto crude quanto realistiche e mai proposte dai mass midia), ha tracciato dentro di me un solco di sconforto e tanta, tantissima rabbia. Quello che più mi ha colpito, è stato ascoltare le grida di dolore di quei poveri immigrati, che per lo più sono padri di famiglia in cerca del legittimo diritto a sfamare se stessi ed i propri cari e non “bestie da lavoro”, da tenere in considerazione solo in particolari periodi dell’anno, in cambio di misere retribuzioni.
In una società così evoluta e ben pensante come quella occidentale, la quale si preoccupa anche del benessere animale all’interno e fuori delle famiglie (per carità legittimo e doveroso), viene da chiedermi che ruolo hanno le persone come gli immigrati, sopra di tutto quelli irregolari e di colore e gli emarginati in generale. Da quanto si sente, molto spesso tali persone, per raggiungere la meta “del benessere”, mettono a repentaglio la loro vita e quella dei propri familiari, affidandosi per lunghi giorni ad imbarcazioni fatiscenti e super caricate. Sono convinto, che il sogno della gran parte di questi immigrati, (come anche quello dei nostri corregionali sparsi per il mondo) non sia di restare a lungo in terre straniere spesso anche ostili, ma di ritornare nel proprio paese di origine “magari con qualche soldo in tasca in più” e costruirsi un futuro migliore.
Molte volte, gli immigrati (quelli irregolari in particolare), hanno rappresentato nel nostro paese, momenti di cruda discussione politica “propagandistica”, come se il male della società fosse nelle loro tasche.
Questa gente, con culture diverse, invece dovrebbe rappresentare per il nostro paese e per l’occidente in generale, un punto di forza da rispettare, amare e prendere in considerazione e non cittadini di serie “B” (ai quali è possibile anzi doveroso per qualcuno calpestare la loro dignità umana) da rincorrere e rinchiudere (quando non più utili) nei C.P.T (centri temporanei di permanenza) stroncandogli ogni possibile sogno.
Caro Mirko, hai ragione quando affermi che sentire dire “abbiamo dato loro dei secchi d’acqua”, sia un modo per capire che tanta, tantissima strada dobbiamo ancora percorrere per l’integrazione sociale del “diverso”.

naty ha detto...

Questo e' un tema a me molto caro, in quanto anch'io sono straniera. Secondo me il problema dell' immigrazione si crea sopratutto per una questione economica. Trovare un lavoro stabile in Italia adesso e' molto difficile, lo e' ancora di piu' in una regione come la calabria dove trovarne uno qualunque e' pari all'immpossibile. Io capisco bene chi prova risentimento verso lo straniero che viene in Italia in cerca di un'impiego. Gli stranieri vendono la loro manodopera a "prezzi stracciati", togliendo cosi la possibilita' ad un italiano di competere. Una donna italiana, per esempio, non potra' lavorare come badante h 24 per 500 euro, mentre una donna straniera lo fa'. Anche perche' il suo scopo non e' quello di mantenersi in Italia, ma e' quello mandare lo stipendio nel paese d'origine, dove spesso 500 euro sono molti. Oggi il numero di stranieri, sopratutto con i continui sbarchi a Lampedusa, e' troppo alto. In un momento di recessione come quello che l'Italia sta affrontando, dove inoltre lo stato sociale e' quasi totalmente scomparso, diventa dura per tutti. .I sentimenti di razzismo vengono dunque accentuati. Ricordo che dieci anni fa quando mio padre venne in Italia, la situazione era completamente diversa. Oltre quindi ad un certo benessere economico che si sentiva, anche il numero di stranieri era molto piu' basso. Trovavano quindi facilmente lavoro, senza dover competere l'uno con l'altro, e tentare una gara a ribasso, di chi riesce ad accontentarsi di una paga minore.
L'idea migliore sarebbe quella di controllare il flusso di immigrati, come viene fatto in paesi extraeuropei. Purtroppo pero' non si puo' fare, e di questa situazione ne risente non solo l'taliano ma anche lo straniero.