giovedì 10 aprile 2008

Il vademecum del voto utile

In questi ultimi giorni di campagna elettorale si discute molto di "voto utile". Non tutti hanno chiaro cosa sia, anche perché non si capisce bene per chi debba ritenersi utile il voto. Per tentare di fare chiarezza su questo punto, ho chiesto ad un mio collega dell'Università di Firenze, Lorenzo De Sio, esperto di sistemi elettorali, di scrivere un sintetico intervento sul voto utile. Lorenzo, molto gentilmente, ha accettato di scrivere il vademecum del voto utile che vi riporto qui sotto.
Grazie Lorenzo, e benvenuto in Calabria!

Ed ora a voi, il vostro voto sarà utile o inutile?

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Caro Vittorio, scrivo a te e ai tuoi studenti per fornire qualche breve delucidazione sul cosiddetto "voto utile".

TUTTI I VOTI SONO UTILI, DIPENDE PER CHE COSA. E COMUNQUE TUTTI ECCETTO UNO...

Due possibili scopi
Ovviamente dire "voto utile" non spiega "utile per che cosa". Diciamo che possiamo distinguere almeno due scopi diversi. Il primo è quello di contribuire (in modo spesso determinante) a scegliere chi formerà il governo del Paese. Il secondo è quello di trasmettere un segnale alla classe politica sul partito che si preferisce davvero, e quindi sui temi e sulle proposte politiche che si vogliono sostenere, anche se magari non hanno chances di vittoria.

I due scopi possono entrare in conflitto
Il punto chiave è che questi due scopi possono entrare in conflitto, per un motivo molto semplice. In queste elezioni, infatti, soltanto due coalizioni (Pdl+Lega+Mpa e Pd+Idv) hanno la possibilità di arrivare prime, e quindi - quasi certamente - di formare il governo.
La conseguenza di ciò è che gli elettori dei vari partiti si trovano di fronte a problemi diversi. Gli elettori che intimamente si sentono vicini a uno dei partiti coalizzati non vivono nessun conflitto. Votando il partito preferito ottengono infatti entrambi gli scopi: trasmettere un segnale politico, e determinare chi formerà il governo. Invece gli elettori dei partiti minori si trovano di fronte a un dilemma.
Anzitutto si parte dal presupposto che, comunque, anche gli elettori dei partiti minori pensino che ci sia una differenza tra un governo formato da Berlusconi e uno formato da Veltroni; e che quindi, anche se il loro partito preferito è fuori dalle coalizioni, ci sia comunque una coalizione che preferiscono all'altra.
In questo caso il dilemma è il seguente: se votano il partito preferito ottengono lo scopo di trasmettere un segnale politico, ma indeboliscono - nella competizione per il governo - la coalizione che presumibilmente avrebbero votato. Se invece si "turano il naso" e votano la coalizione meno sgradita, rinunciano a trasmettere quel segnale politico che avrebbero dato votando un partito minore.

Come risolvere il conflitto?
Che fare? E' evidente che la risposta sta a ciascun elettore. La domanda da farsi è semplice. Lo scopo di trasmettere un segnale politico è così importante da passare avanti al tentativo di determinare chi formerà il governo? Se la risposta è positiva, ovviamente bisogna votare il partito preferito, anche se è un partito minore. Bisogna però mettere in conto che – di fatto – si favorisce lo schieramento avversario. Se invece si ritiene che la scelta del governo (o semplicemente quella di impedire un governo davvero sgradito) sia più importante, il voto deve andare a una delle due coalizioni principali.

L’unico voto inutile
C'è un voto che invece è davvero inutile per entrambi gli scopi: l'astensione o il voto nullo (scheda bianca, o annullata con frasi, disegni, poesie; consegna al presidente della scheda non votata, ecc.). Chi sostiene l'astensione in genere afferma che serve a dare un segnale politico. In realtà si tratta di un segnale politico praticamente indecifrabile. Di norma si astengono tra il 15% e il 20% degli elettori, nelle elezioni politiche. Per riuscire a trasmettere un segnale politico bisognerebbe che l'astensione aumentasse drammaticamente, diciamo di almeno dieci punti percentuali: questo significa che circa quattro milioni di elettori che hanno sempre votato dovrebbero improvvisamente decidere di astenersi: si tratta di un caso molto improbabile. In assenza di una variazione così forte e massiccia, l'astensione non trasmette nessun segnale politico. Anche perché, in ogni caso, anche se l'astensione aumentasse, sarebbe un segnale politico difficilissimo da decifrare. Si potrebbe dire "gli elettori sono stufi della politica". Ma stufi di che? Della destra? Della sinistra? Dei politici che rubano? O di quelli che non rubano, ma sono inetti e lasciano le cose come stanno? Dei politici cattolici o di quelli laici? E' chiaro che l'astensione purtroppo non è in grado di trasmettere nessun segnale politico davvero chiaro. E' per questo motivo che è difficile considerarla un voto utile per qualcosa.

OK, DICIAMO CHE IL VOTO UTILE È QUELLO PER IL GOVERNO. COME FACCIO, IN QUESTE ELEZIONI?

Fatte queste premesse, vediamo come funziona il voto utile per la scelta del governo in base alla legge elettorale della Camera e del Senato.

Camera
Alla Camera, il voto utile è molto semplice, perché il 54% dei seggi nazionali (una buona maggioranza) va alla coalizione che prende più voti (anche uno solo in più del secondo classificato). Quindi se si considera il governo la cosa più importante, bisogna votare un partito che faccia parte delle due coalizioni principali. Punto. Votare altri partiti danneggia in ogni caso la coalizione che ci è meno sgradita. Questo vale per tutte le regioni italiane.

Senato
Al Senato le cose sono più complesse, perché ogni regione è una gara a sé per assegnare un premio di maggioranza regionale.
In generale, vale questo criterio. Se si vota in una regione "in bilico" (presumibilmente Liguria, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna; c'è chi dice anche Piemonte e Campania), il voto utile è sempre e solo quello dato a un partito delle due coalizioni principali (come alla Camera).
Se invece il vincitore regionale è scontato (ad esempio in Emilia-Romagna e Toscana per Pd+Idv; in Lombardia, Veneto e Sicilia per Pdl+Lega+Mpa), anche il voto a partiti minori può diventare utile.
Vediamo perché. Al Senato non solo il premio di maggioranza (del 55%) è indipendente in ogni regione, ma c’è una soglia regionale molto alta (8%) per partecipare all’assegnazione dei seggi.

Facciamo un esempio relativo alla Lombardia. Mettiamo che il risultato sia il seguente: Pdl+Lega 50%, Pd+Idv 30%, Udc 7%, Sinistra Arcobaleno (Sa) 7%, altri 6%. In questo caso alla spartizione della torta totale dei seggi partecipano solo Pdl+Lega e Pd+Idv (nessun altro supera la soglia dell’8%). A questo punto bisogna spartire i seggi, tra due coalizioni la cui somma non fa 100%, ma 80% (50% + 30%). Se si contano solo i partiti sopra la soglia, il Pdl quindi non ha ottenuto solo la metà (50%), ma ben di più (il 50% su un totale di 80%), e precisamente il 62,5%. Per questo motivo andrà addirittura oltre il premio garantito del 55%. Se invece Sa raggiunge l’8%, il totale delle liste sopra soglia sale all’88%, quindi la percentuale di senatori lombardi spettante al Pdl scende dal 62,5% al 56% (50% di voti su un totale di 88% che partecipa ai seggi)

Facciamo invece un altro esempio relativo alla Toscana. Mettiamo che il risultato sia il seguente: Pd+Idv 47%, Pdl+Lega 40%, Sa 7%, Udc 3%, Altri 3%. Anche in questo caso alla spartizione della torta totale dei seggi partecipano solo Pd+Idv e Pdl+Lega (nessun altro supera la soglia dell’8%). A questo punto bisogna spartire i seggi, tra due coalizioni la cui somma non fa 100%, ma 87%. A Pd+Idv va il premio di maggioranza (circa il 55%), a Pdl+Lega va tutto il resto (non c’è nessun altro con cui spartire i seggi di minoranza) cioè il 45%. Se invece Sa supera la soglia dell’8%, entra a far parte della ripartizione dei seggi. Quindi le cose cambiano. Pd+Idv continuano a ricevere il 55% del premio di maggioranza, ma il restante 45% va diviso tra Pdl e Sa in base ai rapporti di forza reciproci: a Sa andrà un 7,5% dei senatori toscani; il Pdl invece scende dal 45% al 37,5%: quindi questo ha l’effetto di ridurre i senatori del Pdl.
Per questo motivo alcuni elettori del Pd potrebbero votare Sa per farle superare la soglia dell’8% e quindi ridurre i seggi del Pdl. Tuttavia questa strategia può avere effetti perversi. Nelle regioni dove il vincitore annunciato è Pdl+Lega+Mpa (Lombardia, Veneto, Sicilia) non c’è nessun rischio; invece nelle regioni dove il vincitore annunciato è Pd+Idv (Emilia, Toscana) c’è (in teoria) il rischio che troppi voti a Sa finiscano addirittura per sottrarre voti al Pd tanto da fargli perdere il premio di maggioranza regionale!
Diciamo che la situazione è paradossalmente più semplice per gli elettori delle regioni in bilico. In quel caso, il voto utile è sempre e solo quello dato all’interno delle due coalizioni principali.

In ogni caso bisogna ricordarsi che queste complesse considerazioni strategiche per il Senato (non entro in ulteriori dettagli) non valgono affatto alla Camera, dove l'unico voto utile è quello dato all'interno delle due coalizioni principali.

Buon voto!
Lorenzo
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5 commenti:

alessia ha detto...

Non sono molto d'accordo sulla questione del voto utile, cioè un voto destinato ad una delle maggiori coalizioni candidate al Governo.
Penso che, attraverso il voto (o il non voto), ognuno di noi possa dare un messaggio.
Io personalmente ho votato seguendo la mia ideologia, anche se qualcuno mi ha detto: "hai sprecato il tuo voto".
Sinceramente preferisco rimanere coerente con i miei pensieri!
Non credo si debba votare per esclusione o perchè qualcuno ce lo suggerisce.
Certo, i risultati ottenuti non ci fanno sperare in un futuro roseo...ora il nostro caro Silvio sarà più che mai schiavo del suo amico Umberto...ma purtroppo era prevedibile.
Non ci resta che attendere!

Anonimo ha detto...

A quanto pare i voti sono stati molto utili!!! SI, era prevedibile che avrebbe vinto "Silvio" (l'unico tra tutti a cui si poteva dare fiducia), ma non era prevedibile che la sinistra sarebbe scomparsa dallo scenario politico italiano!!! Mi dispiace molto... ma questa è stata la volontà del popolo italiano. Evidentemente non c'è attualmente una forte personalità politica che possa rappresentare la sinistra e nelle mani della quale si possa affidare il futuro del governo italiano.

Valentina Toto ha detto...

in effetti...come prevedibile le elezioni si sono concluse con la rinascita di Silvio...scontato...anche se la grande vincitrice di questa campagna è stata la Lega...Cara Alessia...non credo proprio che Silvio arrivi ad essere schiavo di Umberto per quanto del secondo è sicuramente da lodare l'ardore e il carattere forte a prescindere dalle preferenze soggettive...Silvio ha una personalità molto scaltra e poliedrica...quasi artistica e si serve di molta psicologia e di molta PNL e sa che tecniche usare per manipolare l'avversario per quanto il "Senatur" è sicuramente un osso duro e ha la tenacia di chi non si ferma nonostante qualunque impedimento...sa fin troppo bene quello che vuole (ce ne vorrebbero di più di caratteri così) e poi...non solo il nord ha dato consensi alla Lega ma i voti sono stati raccolti anche al Sud..parabola significa che spesso Lega ugale SOLO secessionismo cosa che non è affatto vera in effetti...molte volte le opinioni non sono del tutto nostre ma frutto di metaprogrammi già consolidati e informazioni incomplete (è risaputo che la mente umana più percepire contemporaneamente un numero limitato di informazioni e si limita a quelle che creano associazioni a lei più vantaggiose....parabola significa)
il voto Utile.....ma il concetto stesso di utilità non è altro che una creazione meramente soggettiva....cosa è utile?
il voto deve essere considerato solo come espressione della preferenza e che la preferenza vada al grande o al piccolo...anche il piccolo, se c'è, che si faccia sentire..
per come la vedo personalmente il problema sta a monte....forse ci sono troppi partiti condotti da persone che "giocano" a fare i politici ricercando il loro momento di gloria ma sapendo a priori che non ne usciranno vittoriosi dalla sfida con il "monomarca"...la coerenza..come tu dici..se vera e sentita è davvero lodevole e su questo appoggio...
in fondo..utile o non utile..si è stati alla pari..ciò che conta è raggiungere ciò che il popolo vuole, di conseguanza, che senso ha fare tutte queste distinzioni "cartacee" che alla fine serviranno solo ad arricchire la nostra teoria...
forse è vero che siamo un pò tutti portatori sani di concetti altrui....?
domando scusa se in questo commento FORSE sarò stata un pò soggettivista ma credo di non essere stata l'unica a lasciar trasparire in maniera diretta o meno lo stato d'animo di questi giorni..

Anonimo ha detto...

Devo ammettere che, seppure non reputo giusto un appello da parte delle due principali coalizioni al cosiddetto voto utile, per il fatto che non credo sia giusto "turarsi il naso"(come dice il prof. Lorenzo De Sio nel precedente commento) e appoggiare lo schieramento che tra i due risulta il meno sgradito, devo anche ammettere che tutto questo ha portato nuovamente l’Italia in una situazione più o meno stabile di bipolarismo, che almeno per il momento sembra aver dato all’Italia, a differenza del precedente governo, una certa stabilità decisionale. Per quanto riguarda il rapporto con Bossi ed il federalismo, visto e considerato che nei commenti precedenti si è parlato anche di questo, credo che possa essere un chiaro segnale nei confronti del sud Italia che il nord è stanco di dover lavorare per noi, di pagare tasse che vengono redistribuite in salari e stipendi per mantenere gli enti ed i lavoratori pubblici in esubero o comunque non appropriatamente sfruttati, di inviare fondi che dopo lunghissimi passamano burocratici costosi finiscono per sparire, o essere investiti male. Credo a questo punto che una seria ristrutturazione del paese possa servire quantomeno a sfruttare al meglio le risorse presenti, ed a responsabilizzare ogni regione!

Valentina Toto ha detto...

carissimo Colllega Giacomo sono davvero felicissima di leggere il tuo commento...
purtroppo il 99% dei soggetti che mi capita di ascoltare durante dibattiti aventi ad oggetto politica hanno idee abbastanza superficiali ed imprecise (o magari convenientistiche) su ciò che è la propaganda di Umberto e seguitano a biascicare commenti tendenti a denigrare lo stesso partito...
in effetti è ora che la situazione di "paese dei Balocchi" finisca e che ognuno si rimbocchi le maniche e inizi a camminare con le sue gambine...mi chiedo:fino a quando dovremo rimanere in condizioni di sfruttare risorse non prodotte pioventi dall'alto senza far nulla per creare nuovo valore?
fino a quando i vecchi luoghi comuni continueranno ad essere uno scudo protettivo di autovittimismo?
credo che un bel ridimensionamento sia necessario e lo dico pur arppartenendo a una realtà meridionale poichè nei giudizi e nei ragion amenti bisogna essere obiettivi e oggettivi.....