martedì 11 marzo 2008

Primo Post per sondare...

Care studentesse, cari studenti,
con questo messaggio inauguriamo il Blog del nostro corso di Sociologia dei Fenomeni Politici. Spero che diventi presto uno spazio di confronto costruttivo e ragionato sui temi che tratteremo a lezione e sui fenomeni politici più in generale. Il periodo di campagna elettorale che stiamo attraversando, con le notizie di carattere politico che pervadono (ed invadono) i telegiornali ed i quotidiani, è a questo proposito certamente propizio. Se pensate sia il caso, estendete l’invito a leggere/partecipare anche a vostri amici/colleghi interessati ai fenomeni politici. Io farò lo stesso con alcuni altri studenti e con altri miei colleghi che spero porteranno, di volta in volta, contributi utili al nostro dibattito.

Il primo tema che vorrei sottoporre alla vostra attenzione è quello dei sondaggi politici-elettorali. Tra qualche giorno vedremo a lezione che una delle funzioni storicamente importante svolta dai partiti politici – quella di essere “antenne sul territorio” – è stata quasi del tutto sostituita dai sondaggi. Ciò cambia i modi di fare campagna elettorale, ha un impatto sui partiti politici (c’è meno bisogno degli iscritti e più bisogno di risorse finanziarie) ed anche sui comportamenti dei leader.

Dal 1994, con la nascita di Forza Italia e la trasformazione del sistema politico e partitico italiano, i sondaggi sono diventati uno strumento essenziale della campagne elettorali e della comunicazione politica. Partiti, leader e mezzi d’informazione vi ricorrono sempre più spesso, chiedendo a sondaggisti, sociologi e politologi di interpretarne i risultati. La realizzazione di sondaggi corretti e scientificamente fondati non è, tuttavia, qualcosa sempre semplice ed agevole. Su questo tema vi invito allora a leggere un recentissimo, breve e molto interessante intervento di Maurizio Pisati sulla rivista “Sociologica”.

Voi cosa ne pensate? Vi siete imbattuti in sondaggi che non vi hanno convinto? Siete mai stati intervistati circa le vostre opinioni politiche o intenzioni di voto? Per citare una celeberrima scena di un altrettanto celeberrimo film: “S’apre il dibattito” :-)

24 commenti:

Daniele Iozzo ha detto...

Spesso mi sono imbattuto in sondaggi che non mi hanno convinto! Probabilmente perchè a me non convincono i sondaggi in genere!!! Per ciò che mi concerne, il sondaggio può essere considerato positivo se visto dal lato della libertà espressiva concessa ai cittadini... ma, da un altro lato, il sondaggio è inutile! Ma ditemi una cosa, voi davvero credete che una persona possa dire pubblicamente le sue preferenze politiche? Certo, molti lo fanno, ma molti lo nascondono, giustamente direi, anche per via della segretezza del voto! Questo, ovviamente, è un discorso basato sulle mie credenze, ed in quanto tale, ribadisco che per me il sondaggio non esiste!!! .....esiste solo l'esito delle elezioni!

(''\_"..HLVS.."_/'')

Valentina Toto ha detto...

In effetti lo strumento del sondaggio viene spesso considerato quale mezzo di acquisizione di conoscenza in campo statistico e, nel nostro, politico. Ma: Fino a che punto in effetti il sondaggio è un metodo valido?che percenuale di veridicità e di credibilità può apportare la risposta a semplici quiz fatta magari in maniera frettolosa, dubbiamente coerente (e spesso dettata dal caso) a semplici quiz dove in effetti non si chiede una opinione ma solo di ricondurre una idea a dei quesiti stampati?
Inutile nascondere che la mia opinione sui sondaggi è abbastanza scettica poichè non so fino a che punto prendere per vero un esito fatto alla fin fine di numeri, medie e mediane.
Molto spesso infatti il sondaggio stesso sa essere molto fuorviante (o almeno è ciò che soggettivamente ho riscontrato) poichè si è tentati a dire solo quello che altri vogliono che noi rispondiamo....il contesto politico del momento sa essere determinante...

Anonimo ha detto...

Purtroppo non mi è mai capitato di essere intervistata circa le mie opinioni politiche... dico purtroppo poichè non ho nessun interesse a nascondere le mie tendenze politiche, anzi mi fa molto piacere affermare gli ideali che stanno alla base delle mie credenze.Io vedo i sondaggi in maniera positiva, da un lato perchè si "potrebbe", in qualche modo, prevedere cosa accadrà in futuro... anche se, quello in cui non credo realmente è lo svolgimento regolare delle elezioni politiche!... dall'altro perchè valutando le opinioni dei cittadini italiani si possono elaborare migliori strategie di convincimento circa perchè votare un determinato leader anzichè un altro. In tutti i casi io non credo mai a tutte le informazioni che mi pervengono attraverso i mezzi di comunicazione di massa ma preferisco accertarmi della veridicità di esse.

Anonimo ha detto...

Sia le testate giornalistiche, talk shows televisivi e tutti i media in generale, accompagnano i loro articoli, gli argomenti oggetto del talk show etc. dai sondaggi. Noi telespettatori e lettori tendiamo "ingenuamente" ad assorbire i sondaggi quasi come una fonte certa di informazioni(forse perchè vengono presentate come tali) senza fermarci ad analizzare i sondaggi. Proprio come citato nell' intervento di Maurizio Pisati sulla rivista "Sociologia", in realtà i sondaggi presentano aspetti assolutamente molto vaghi.Nel caso dei sondaggi riguardanti le preferenze politiche degli italiani non è detto che gli intevistati esprimino la loro reale preferenza!Bisogni considerare i sondaggi come delle fonti di info marginali e contestualizzate al bacino in cui è stato portato avanti lo stesso.

Daniele Iozzo ha detto...

Per rispondere a pamela...
la tua visione del sondaggio non è del tutto sbagliata a parer mio, se non fosse per il fatto che in un sondaggio non viene spiegato il perchè si preferisce un leader all'altro! Tu, nel momento in cui vieni intervistata, dici ki voti (o ki voteresti) ma non spieghi il motivo di questa preferenza!
Ergo, il sondaggio non sarà mai una strategia di convincimento, come tu dici......

antonio ha detto...

Dopo tangentopoli in Italia si respira aria di rinnovamento, chi non ricorda la campagna elettorale del 94 e la scesa in campo di Silvio Berlusconi, ricordo i sondaggi di allora, si vedeva in Berlusconi come l'uomo della provvidenza e il salvatore della patria (ma di chi in politica è addentrato di nuovo non c'era niente erano tutti uomini riciclatati della DC e del PSI), lasciamo stare a queste cose torniamo a noi i sondaggi elettorali orami sono diventati importati per una campagna elettorale, infatti parecchie volte mi è capitato di essere intervistato sia sulle mie opinioni politiche e sia sulla mia intenzione di voto. In questo periodo di campagna elettorale leggo molto i sondaggi ed ho notato che ogni giorno cambiano, infatti si vede un netto recupero alla camera dei deputati del PD e quasi una parità al senato tra PDL e PD è una campagna elettorale molto incerta, e ci sono molte persone indecise e sarà cura di Veltroni e Berlusconi convincerli.
I sondggi alcune volte si sono rilevati fasulli, ricordo che esiste solo l'esito dell'urna, la convizione di vittoria alcune volte inganna....sempre aspettare l'esito dell'urna

Daniele Iozzo ha detto...

esatto!!! proprio quello che intendo dire io....
non esistono i sondaggi... esiste solo l'esito dell'urna!!!
i risultati sono "i veri sondaggi"...

antonio ha detto...

Per rispondere a Daniele,
in qualche casi i sondaggi si sono rilevati fasulli, ma in altri casi come le regionali della Calabria del 2005 hanno confermato la vincita del 68,5% di Loiero, invece all'elezioni politiche del 2006 quasi tutti i sondaggi davono per certo la vittoria do prodi con un largo margine ma si è dovuto aspettare lo sfoglio dell'ultima scheda dall'urna.

Vittorio ha detto...

Car*,
una decina di commenti in una giornata è un ottimo inizio!!! Grazie a quanti hanno scritto. Aggiungo qualche spunto di riflessione, non per dire qualcosa di conclusivo sull'argomento, ma per stimolare ulteriormente il dibattito e mettere un po' di puntini sulle i. Mi sembra che, nel complesso, i sondaggi politici non godano di molta stima da parte vostra. Ognuno, nel merito delle questioni, ha la sua sacrosanta opinione, ma il punto che volevo sollevare è però è un altro. A mio avviso non si tratta di schierarsi pro o contro i sondaggi, ma chiedersi se sono fatti bene oppure no. E' a questo che come sociologi della politica siamo interessati. Ci sono delle regole da seguire per ottenere risultati affidabili e Maurizio Pisati le espone in maniera molto chiara. Dà anche un utile suggerimento bibliografico per chi volesse approfondire. La precisione del sondaggio dipende da tanti fattori, ma se fatto bene vi assicuro che un sondaggio (non solo su questioni politiche) può essere molto preciso nelle sue previsioni. Non si spiegherebbe altrimenti perché partiti e candidati vi investano così tanti soldi.
Un aspetto molto importante è l’indecisione di voto, specie quando ancora non si conoscono i candidati locali. I tempi in cui si votata principalmente il partito sono lontani. Il campionamento è un altro aspetto molto delicato. Ha ragione Daniele a dire che non tutti sono disposti a dire per chi voteranno (o hanno votato). E’ questo il problema delle “cadute”, cioè di coloro che si rifiutano di farsi intervistare. E visto che chi non vuole farsi intervistare ha caratteristiche sociali diverse da chi si fa intervistare (normalmente è meno istruito, ad esempio, e comunque meno interessato alla politica), i sondaggi molto spesso risultano distorti. Per esempio, gli elettori di sinistra sono frequentemente sovra rappresentati tra coloro che partecipano al sondaggio.
Per chiarire alcuni altri aspetti considerate che nei sondaggi non si chiede soltanto per chi si ha intenzione di votare, ma si rilevano contestualmente molte altre informazioni. Quelle di base sono il titolo di studio, la professione, i canali d’informazione politica, l’interesse per la politica. Ma si rilevano anche le opinioni sull’immigrazione, se alle precedenti elezioni ci si era recati alle urne, per chi si era votato etc. Incrociando queste informazioni si può capire quali categorie sociali sono più propense a votarmi e quali, al contrario, lo sono meno. Una volta capito ciò, si possono studiare strategie di comunicazione più mirate. E’ ciò che si chiama “targettizzazione della comunicazione politica”. Per darvi un’idea più precisa di questo aspetto, una delle prossime volte che ci vediamo vi mostro un questionario impiegato nelle ricerche di tipo elettorali. Ultima questione: certamente i conteggi delle schede dopo lo spoglio sono più attendibili dei sondaggi, ma a quel punto i giochi sono fatti. I sondaggi hanno senso perché cercano di gettare luce sul futuro. Su un futuro che non va solo previsto per mero esercizio, ma che proprio grazie ai sondaggi può essere influenzato. Se io leader di partito noto, grazie ai sondaggi, che le casalinghe non mi votano, allora metterò a punto una strategia di comunicazione volta a raggiungere le casalinghe. Concretamente ciò vuol dire che non vado a Porta a Porta ma cerco di conquistare uno spazio alla prova del cuoco (o qualcosa del genere). I sondaggi sono sbandierati per realizzare profezie che si autoavverano (vi ricordate, ne abbiamo parlato a lezione), in letteratura questo fenomeno si chiama “effetto band wagon”, cioè saltare sul carro del vincitore. Ma vedrete che avremo modo di parlarne ancora a lungo, online e offline :-) Intanto grazie ancora a tutte e tutti per la partecipazione.

Daniele Iozzo ha detto...

Prof. Vi rispondo subito....
i sondaggi non sono fatti bene!! assolutamente!!!!
E constatare come molti partiti e candidati investano soldi in questi sondaggi fa paura!!!
Supponiamo che io sia politicamente schierato a sinistra o a destra, ma risulto agli occhi delle persone un "super partes"... apro un sondaggio su chi voterà chi...
e da questo sondaggio risulta una maggioranza a favore dello schieramento opposto al mio...
voi credete che io nn dia una ritoccata alle percentuali??? andiamo, sarebbe anormale se non lo facessi!!!!
non esistono più i super partes!!
non esistono i veri sondaggi!!
resto sempre del mio avviso.....
qualsiasi sondaggio venga fatto, viene fatto male.... ed è inutile....
a parer mio.....

antonio ha detto...

I sondaggi alcune volte ti lasciano molto perplesso, ma non posso cambiare la propria intenzione di voto nella gabina elettorale.

Michele Gigliotti ha detto...

Lo spin doctor che condusse la campagna elettorale per Lindon Jhonson disse che, per fare apparire più numerosa la platea di supporter dell'allora eligendo Presidente, diede due bandierine a ciascuno degli astanti. In altri termini, con un piccolo omaggio, creò un effetto ottico, che aumentò il consenso. La politica italiana di oggi è fatta di sondaggi taroccati, ripetuti insistentemente da cassandre prezzolate per acquisire i consensi degli indecisi. Un tempo, i favori dell'elettorato si conquistavano in piazza, dove la gente si riversava per ascoltare i programmi del politico, ma, per l'appunto, una volta vi era gente meno pigra, più interessata e partecipe agli sviluppi della politica, e quindi disposta a sopportare la piazza pur di sapere e vedere. Il sondaggio, invece, si addice perfettamente alla sedentarietà intellettuale e alla mancanza di tempo dei cittadini di oggi, che fanno "la politica della poltrona" con zapping estremi tra porta a porta e ballarò. La piazza è ormai un lontano ricordo. Dicevo, il sondaggio è come un prodotto che arriva in tavola, con una etichetta (ISTAT, MANNAIMER...), per essere consumato in tutta fretta senza fare troppe domande sul processo produttivo. Anche perchè, chi mangerebbe mai un salame fatto con gli scarti ?

Anonimo ha detto...

Effettivamente basta dare un'occhiata in giro per capire quanto sia ampliamente diffuso il sondaggio come metodo di indagine sociale, in modo particolare in periodi come questo nei quali viene utilizzato perlopiù a scopi politici, per cercare di stimare e prevedere quali saranno gli esiti delle elezioni.
Credo che prima di esprimere un giudizio personale sulla validità o meno di queste metodologie, sia necessario interrogarsi su alcuni prerequisiti fondamentali di questo strumento.
Ma quanto possono essere attendibili i risultati di un sondaggio?Da cosa possono essere influenzati o per quale motivo possono risultare falsati?In base a cosa scegliere i campioni e come interpretare l'astensione di risposta?Molte volte a rispondere ai sondaggi (in maniera coerente) sono le persone schierate già da tempo in politica, ma quelle che effettivamente fanno la differenza sono proprio quelle incerte, quelle che per qualsiasi motivo non rispondono, o se lo fanno rispondono dicendo il falso!In più aggiungerei anche la diffidenza delle persone nei confronti di questi metodi,in modo particolare delle popolazione più anziana. Capita molte volte che questi sondaggi prevedano già delle risposte preimpostate, dette anche ( chiuse ), che possono in un certo senso modificare o forzare la risposta, quindi portare in sede di analisi a risultati che poi non rispecchieranno la verità. In definitiva potremmo forse affermare che anche il sondaggio come molti altri metodi di ricerca ha i suoi pro, i suoi contro e i suoi limiti. Il tutto forse sta nel cercare di limitare gli effetti dell’acquisizione distorta dei dati, ad esempio: proponendo sondaggi nell’anonimato più assoluto, creare quanta più distanza possibile tra chi compila il sondaggio e chi lo propone, evitare condizionamenti, rendere la procedura quanto più celere e semplice possibile, cercando il coinvolgimento di chi lo compila e magari un pizzico di curiosità. In questo modo forse ci si può aspettare un risultato più veritiero ed attendibile, altrimenti il sondaggio rischia a mio parere di diventare niente di più che la semplice espressione di poche persone, magari anche falsata, per cercare di preservare la segretezza del voto.
Gigliotti Giacomo

Valentina Toto ha detto...

Probabilmente però, caro Professore, il punto in questione non è la tecnica per realizzare un sondaggio ma fino a quanto i soggetti intervistati diano risposte vere o mendaci alle domande propinate da questi ultimi...
sicuramente il metodo scentifico ha la sua valenza, ma dato non irrilevante è e rimane il fatto che non si può leggere nella mente dei soggetti che possono rispondere in base all'umore del momento...Dall'altra parte (rafforzo la tesi del collega Daniele l'esito va poi in mano a soggetti che non avrebbero problemi a "metterci del loro" trasformando il sondaggio stesso da mezzo di informazione e analisi a sottile tecnica manipolativa...qui ritorniamo alla Sua affermazione:questo innesca un circolo vizioso che psicosomatizza nei soggetti elettori dalle ideologie meno ferme, la "patologia" del favorito portandoli anche a cambiare bandiera...allo stesso tempo (e qui sono daccordo con Lei) molto forte è e rimane il desiderio di molti di salire sul carro del vincitore sia in ambito locale che in ambito nazionale...

Daniele Iozzo ha detto...

Ringrazio la collega Valentina per l'appoggio dato alla mia idea sui sondaggi!
Ad ogni modo, da quanto leggo, il nocciolo della questione è sempre quello! E accomuna tutti coloro i quali hanno scritto su questo blog finora. Comunque non so se ci sono persone in contrasto con questi pensieri. Ma qualora ci dovessero essere, fatevi avanti, confrontiamoci!

Anonimo ha detto...

Per rispondere a daniele... forse non mi sono spiegata del tutto bene. Le strategie di cui parlavo sono inerenti a quelle esposte dal prof che specificamente fanno parte della "targettizzazione della comunicazione politica", (una nuova informazione che ho appreso grazie al commento del prof).

alessia ha detto...

Il sondaggio è un'azione esplorativa affrontata con diversi mezzi allo scopo di conoscere l'opinine di un certo numero di persone su una determinata questione, nel nostro caso "politica". Ma quando i destinatari dell'intervista non sono del tutto sinceri?
Gli individui a volte sono bizzarri! Per esperienza diretta, posso garantirvi che in molti, con razionalità, forniscono risposte non molto attinenti ai loro pensieri...
Quando succede questo, il risultato che si ottiene dalla ricerca è distorsivo rispetto al fine...
Quindi mi chiedo: quanto sono attendibili i sondaggi?
Sia per chi è interessato alla risposta popolare, sia per chi legge i dati statistici.

Daniele Iozzo ha detto...

alessia è proprio quello che stiamo dicendo noi......
sono semplicemente inattendibili! :D

Valentina Toto ha detto...

solo che,cara Alessia,la maggior parte delle persone,in condizione di incertezza,fa ciò che fa la maggioranza delle altre persone ì.sotto il tiro del fuoco nemico,i soldati,invece di sparpagliarsi come sarebbe più utile, tendono a stringersi gli uni agli altri.questo istinto atavico non viene meno ne quando si tratta di testimoniare ad un processo (se 9 testimoni su 10 hanno detto di aver visto verde,noi anche senza aver visto nulla diremo lo stesso facendo proselitismo), ne quando (nel nostro caso) si tratta di dare il proprio voto ( chi è segnalato come probabile vincitore si accaparra i voti degli indecisi,e lo sfidante perde altri voti da questi che pensano "tanto,ormai il nostro ha già perso")...ecco che un "lo dicono o lo fanno tutti"(e varianti)aiuta sempre. in effetti spesso quando si tratta di persuadere è la quantità che fa la qualità e non viceversa....

Vittorio ha detto...

Mi sembra che lo scetticismo verso i sondaggi, e la ricerca sociale e politica più in generale, conquisti sempre più terreno. Le motivazioni che tuttavia molti di voi portano sono di senso comune. Ora, a lezione abbiamo visto che qualche volta il senso comune coincide con la realtà, ma molte altre volte no. Proprio per questo c’è la sociologia che tenta di studiare la società ricorrendo ad un metodo scientifico, nel senso che ha questo temine per le scienze sociali, che come abbiamo detto è diverso dal metodo delle scienze naturali. Allora, se vogliamo adottare un metodo empirico di conoscenza della realtà non possiamo dire “eh, ma io non lo direi per quale partito voto” oppure “la maggior parte della gente non dice la verità quando viene intervistata”. Molto più semplicemente dovremmo invece andare a vedere quale scarto c’è tra le stime fatte dai sondaggi e la realtà, in questo caso i risultati elettorali. Io sono d’accordo con quelli di voi che dicono che non è semplice fare stime attendibili, che la gente a volte mente, che molti non si fanno intervistare, che le domande sono poste male, che qualcuno può avere interesse nel distorcere il risultato. È proprio per questo che c’è bisogno di mettere a punto tecniche di ricerca meno distorsive possibile, come si affanna a spiegare Maurizio Pisati nell’articolo che vi ho segnalato.
A questo proposito c’è un aneddoto che chi si occupa di ricerca sociale racconta spesso. Non ricordo più in quale elezione presidenziale, comunque qualche decennio fa, agli albori dell’uso di queste tecniche di ricerca, due società di sondaggi (una era la famosa Gallup) diedero stime del tutto diverse dei risultati elettorali. La prima società aveva raccolto centinaia di migliaia di preferenze degli elettori; la seconda soltanto poche migliaia. Il senso comune ci suggerirebbe che le stime della prima società avrebbero dovuto essere molto più accurate perché basate, appunto, su un numero maggiore di preferenze. In realtà, la prima società prese una cantonata memorabile, la Gallup, con poche migliaia di schede, aveva invece azzeccato quasi alla perfezione il risultato elettorale. Come mai? Perché era diverso il metodo di campionamento: la prima società aveva raccolto le preferenze di tutti coloro che volevano esprimerla (più o meno come succede con i sondaggi on-line, che per tale motivo sono del tutto inattendibili); la seconda aveva invece predisposto un piano di campionamento casuale e aveva intervistato solo per persone facenti parte di questo campione. Utilizzò un metodo scientifico che garantiva una certa generalizzazione dei risultati, spese di meno, intervistò meno persone ed ottenne risultati molto più accurati.
Allora, per riprende il nostro discorso, i sondaggi non sono da buttare via, le indicazioni che forniscono sono molto spesso vicine alla realtà. Il problema dell’attuale inattendibilità è che la realtà non è ancora definita del tutto. Ci sono cioè molti indecisi che nessun sondaggio potrà attribuire, proprio perché la realtà è che tali elettori non sono attribuibili. Quindi, anziché dire “una volta mio cugino è stato intervistato e gli ha detto che avrebbe votato per Forza Italia mentre in realtà è un comunista sfegatato” e pensare che ciò basta a buttare all’aria tutta la ricerca sociale fatta con questionario (detta ricerca standard o matriciale o quantitativa), faremmo meglio ad andare a caccia di esempi di sondaggi ben riusciti o mal riusciti. Ad esempio, ad urne aperte, potremo vedere quanto gli ultimi sondaggi che usciranno saranno simili ai risultati elettorali. Ma anche qui dobbiamo tener conto di un 5-7 per cento di persone che decide in cabina elettorale per chi votare. Ad ogni modo, la discussione è molto interessante e spero vada avanti. Magari cercando di spostare l’analisi e la riflessione sul piano empirico, cioè citando casi in cui i sondaggi sono stati un fallimento oppure un successo e magari dicendo anche il perché. Fate qualche ricerca se potete, chissà che non venga fuori qualcosa di interessante...

Anonimo ha detto...

Per rispondere a Valentina T... quello che hai scritto può anche essere vero... ma parlare delle persone così troppo in generale e pensare che sono inclusa anch'io quando parli delle "persone" mi sento alquanto offesa!... Perchè quelle "persone" a cui tu fai riferimento sono ignoranti proprio per il fatto che danno giudizi senza essere informati basandosi su ciò che sentono dire. Questi individui sono la rovina dell'Italia... io disprezzo i soggetti che cambiano continuamente posizione nell'ambito politico per un motivo di convenienza... e dico questo perchè parte di italiani si sono dimostrati tali nelle precedenti elezioni facendoci cadere in rovina! E spero che nelle prossime elezioni non ci ritroveremo nella stessa situazione!!!

Valentina Toto ha detto...

Pamela, se affermi questo mi fai pensare a una miriade di cose... Nella mia prima facoltà mi sono trovata a seguire il corso di statistica più staistica economica dove ho imparato una def molto simpatica sulla materia stessa: in poche parole la statistica dice che se tu hai mangiato un pollo e io niente per la statistica abbiamo mangiato tutte e 2...parabola significa...se il punto poi è un altro....

Unknown ha detto...

In materia di Sondaggi penso sia interessante conoscere, anche solo in parte come me, il libro di Darrell Huff "Mentire con le statistiche", qui allego un link con alcuni esempi http://gandalf.it/htlws/pompeo.pdf.

Personalmente credo che essendo il sondaggio un metodo di ricerca quantitativo di tipo intrusivo trova sulla sua strada alcuni ostacolo abbastanza importanti.
Le persone a volte non rispondono ai sondaggi o lo fanno in maniera sufficiente, senza riflettere troppo, altre volte tendono a dare un'immagine di se che stride con la realtà. Apparire ciò che non si è ma la società vorrebbe. Altre volte le risposte possono risultare indotte dall'atteggiamento di chi intervista, oppure le domande possono essere fraintese dall'intervistato.

Nei sondaggi riguardanti la politica molte persone,nonostante il sondaggio sia sostanzialmente anonimo, sono molto restie ad esprimere una preferenza.

L'attendibilità dei sondaggi è poi proporzionale alla capacità e alla serietà di chi compie il sondaggio stesso.

Secondo me bisognerebbe scegliere dei campioni in ogni regione, dividerli per tipo d'occupazione, reddito, età, sesso, ecc... e poi partire col sondaggio (tenendo sempre presenti le difficoltà che ci sono nell'avere risposte).
Spesso poi, nei sondaggi politici, i cosiddetti "indecisi" spostano gli equilibri delle elezioni in maniera determinante, poichè nessun sondaggio potrà stabilire se essi voteranno A o B, oppure non voteranno.

Il sondaggio d'opinione essendo un metodo di ricerca quantitativo fa ricorso a tecniche per la raccolta dei dati standardizzate.
Nel sondaggio spesso sono previste poche domande, c'è il vantaggio di poter raccogliere informazione dirette e subito disponibili.

Oggi il sondaggio viene utilizzato spesso dai politici per convincere gli indecisi. Apparire forti agli occhi di chi non sa dove votare scatenerà il fenomeno di Band Wagon da noi studiato a lezione..

Alle ultime elezioni politiche in Italia i sondaggi non hanno fatto proprio una bella figura, ma forse nella storia il caso più noto riguarda le elezioni presidenziali americane del '36 dove fu fatto un sondaggio postale inviando circa 10 milioni di sondaggi e ricevendo oltre due milioni di risposte.
I campioni furono scelti utilizzando gli elenchi telefonici ed i registri automobilistici.
I sondaggi davano Roosvelt al 41%, il voto reale lo premiò con il 61% dei voti totali.

I sondaggi possono essere indicativi ma,secondo me non devono essere presi troppo sul serio, perchè nessuno e niente può prevedere con certezza assoluta il futuro prima che venga scritto...

Anonimo ha detto...

Sono utili ai fini del condizionamento delle masse.
I loro risultati se utilizzati bene, possono cambiare l’esito del voto e la tendenza dell’elettore.
Non sempre attendibili! Legati, some sono, alla tipologia e alla consistenza del campione consultato.
A mio giudizio risultano inquinati dall’obiettivo che il sondaggista “deve “ raggiungere.
Ricordo i sondaggi circa i risultati elettorali di qualche anno fa, risultati, alla luce dei fatti, errati.
Si, sono stato più volte intervistato, telefonicamente, da call center legati a gruppi politici.